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A che punto è la legge sul conflitto d’interessi e cosa cambierà se sarà approvata

La Camera ha iniziato il dibattito sulla proposta di legge per regolare i conflitti d’interessi. Dopo le modifiche fatte dal centrodestra, però, il testo è ‘solo’ una legge delega: in caso di approvazione toccherebbe poi al governo – nei prossimi anni – metterla in pratica con dei decreti.
A cura di Luca Pons
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La Camera ha iniziato la discussione generale sulla proposta del Movimento 5 stelle in materia di conflitto d'interessi. Giuseppe Conte aveva promosso la riforma con forza, tanto da mettere la prima firma al provvedimento. Questo, però, prima che la maggioranza intervenisse in commissione Affari costituzionali: come già avvenuto con la proposta di legge sul salario minimo, il centrodestra ha completamente stravolto il testo della legge, e l'ha trasformata in una legge delega. Tutti gli articoli sono stati cancellati, tranne il primo, che è diventato una delega al governo per intervenire sul tema del conflitto d'interessi seguendo alcune indicazioni generali.

La protesta delle opposizioni: "La destra strizza l'occhio a chi coltiva i propri interessi"

La differenza è sia sul piano dei contenuti che su quello dei tempi. Una legge, in caso di approvazione, sarebbe entrata in vigore subito. La legge delega, invece, darebbe due anni di tempo al governo Meloni per approvare una serie di decreti che mettano in pratica la norma. Non a caso, in Aula, il deputato del Pd Casu ha detto: "È l'ennesimo rinvio per affossare le proposte presentate dall'opposizione. Di fatto mette su un binario morto la legge sul conflitto d'interesse. Viene umiliato il Parlamento". Per il Movimento 5 stelle, la deputata Alifano ha ricordato che "la disciplina attualmente in vigore serve a poco o nulla, perché non prevede sanzioni efficaci. Ma la maggioranza strizza un occhio alla classe politica che preferisce coltivare i propri interessi, invece di dedicarsi esclusivamente alla cura dell'interesse pubblico".

Nella sua forma attuale, la legge delega dà al governo 24 mesi di tempo dal momento in cui viene approvata. Entro questo termine, l'esecutivo dovrebbe approvare un decreto legislativo per riformare le norme sul conflitto d'interessi che riguardano chi ha incarichi di governo, o comunque ruoli politici rilevanti a livello di Stato, Regione o altri enti pubblici. Le nuove norme riguarderebbero presidente del Consiglio, ministri, viceministri, sottosegretari, ma anche presidenti di Regione e componenti delle giunte regionali.

Cosa prevede la legge delega sul conflitto d'interessi

Per scrivere questo decreto, il governo dovrebbe rispettare alcuni paletti. Ad esempio, dovrebbe prevedere che ci sia una "incompatibilità" tra il ruolo politico e altri incarichi ("cariche, uffici e funzioni, tra cui rientrino quelli in enti di diritto pubblico, anche economici, in organismi di diritto pubblico, in imprese pubbliche o private"), oppure con alcune attività lavorative ("attività professionali o di lavoro autonomo, in forma associata o societaria, di consulenza o arbitrali, svolte in favore di soggetti pubblici o privati").

Sarebbe incompatibile anche chi ha "partecipazioni superiori al 50% del capitale sociale di un’impresa che svolga la propria attività in regime di concessione rilasciata dallo Stato o dalle regioni", oppure di un’impresa "che sia titolare di diritti esclusivi o che operi in regime di monopolio". Chi si trova in una situazione di incompatibilità dovrebbe dichiararla e poi "rimuoverla" entro un certo termine, che starà al governo decidere, e con modalità che sempre il governo dovrà stabilire.

Allo stesso tempo, e fino a quando l'incompatibilità non è rimosso, chi vi si trova dovrebbe "astenersi dal partecipare a qualsiasi decisione che possa determinare situazioni di conflitto di interessi". Il conflitto scatterebbe quando una delle persone interessate dal decreto "partecipa all’adozione di un atto od omette l’adozione di un atto dovuto trovandosi in situazione di incompatibilità".

In ogni caso, come detto, si tratta di norme che non dovranno essere dettagliate per i prossimi due anni circa, anche in caso di approvazione da parte del Parlamento della legge delega. Il Movimento 5 stelle, intanto, ha annunciato che ripresenterà la versione originale del suo testo.

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