A Capodanno niente festeggiamenti, Locatelli: “Impossibili veglioni in piazze e strade”
Un Natale e un Capodanno diversi dal solito. Senza aggregazioni e senza feste. A ribadirlo è il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Che dice chiaramente, durante la conferenza stampa sulla presentazione del report settimanale dell’Istituto superiore di sanità, che quest’anno il Capodanno non potrà essere festeggiato per strada o in piazza. “Quello del 2020 sarà un Natale diverso dal solito, il primo e auspicabilmente l’ultimo grazie a quanto potranno offrirci i vaccini”, afferma Locatelli rispondendo a una domanda.
No ai festeggiamenti per strada a Capodanno
Locatelli, uno degli esponenti che fanno parte del Comitato tecnico scientifico che consiglia il governo sull’emergenza Coronavirus, si sofferma in particolare sul discorso degli assembramenti: “Penso sia un aspetto su cui non si attira mai a sufficienza l’attenzione. Quello che eravamo abituati a vedere per celebrare la fine dell’anno non potrà aver corso quest’anno: è inimmaginabile e incompatibile con la situazione epidemica attuale pensare di avere assembramenti nelle strade e nelle piazze per festeggiare l’inizio dell’anno”. Niente festeggiamenti per Capodanno, quindi, ribadisce Locatelli.
L'appello di Locatelli per il Natale
Il presidente del Consiglio superiore di sanità suggerisce ancora l’importanza di restrizioni anche per il Natale e anche per la messa di Natale: “La stessa celebrazione religiosa del Natale dovrà essere resa compatibile con le misure concordate. Va segnalata in maniera chiara questa diversità del Natale, lasciando al governo la sensibilità che certamente loro non manca per trovare la situazione ideale per riuscire a contemperare il rigore all’attenzione agli affetti più cari per rendere il più possibile questo Natale un momento che faccia vedere un inizio di una ripresa verso una normalità”.
Il no all'apertura degli impianti sciistici
Altro capitolo è quello degli impianti sciistici, in particolare in riferimento a quelli che potrebbero rimanere aperti al di fuori dell’Italia, come potrebbe accadere in Svizzera: “Gli attuali numeri non sono compatibili con la riapertura degli impianti sciistici e sarebbe un messaggio importante che almeno i paesi dell’Ue riuscissero a dare un messaggio forte – e sono convinto che lo faranno, pensando alla dichiarazione di Merkel – per un atteggiamento condiviso e omogeneo rispetto alla gestione degli impianti sciistici”. Quanto alla Svizzera per Locatelli è importante fare in modo che si disincentivino le “tentazioni di migrazione” verso Paesi che terranno aperti gli impianti.