Polemica tra Monti e i falchi tedeschi: il Wall Street Journal dalla parte del professore
Dopo le polemiche per l'intervista al Der Spiegel era lecito attendersi una replica a stretto giro di boa del Presidente del Consiglio Mario Monti. Ed in effetti il professore non si è tirato indietro, cercando di contenere le critiche di gran parte della politica tedesca con una nota nella quale non ha risparmiato qualche stoccata polemica: "
Non ho inteso in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi, penso vada rafforzato tanto sul piano nazionale che su quello europeo. L’autonomia del parlamento nei confronti dell’esecutivo non è affatto in questione, nell’ovvio rispetto, peraltro, di quanto previsto dagli ordinamenti costituzionali di ciascuno Stato europeo. Ho unicamente voluto sottolineare la necessità al fine di compiere passi avanti nell’integrazione europea che si mantenga un costante e sistematico dialogo fra governo e parlamento.
Più tardi, invece, le agenzie hanno riportato anche un commento molto più sarcastico: "Anche in Germania sono in campagna elettorale. Ci attaccano ma per me conta solo che non mettano in discussione gli accordi raggiunti a fine giugno". A dare una mano al capo dell'esecutivo è però anche un lungo editoriale comparso sul Wall Street Journal, a firma Alessandra Galloni e Marcus Walker, dal titolo emblematico: Italian's Job: Premier Talks Tough in Bid to Save Euro.
Un'ampia analisi che parte dalla lunga notte del summit di giugno, "quando Monti diede alla cancelliera tedesca un ultimatum inaspettato: avrebbe bloccato ogni negoziato fin quando lei non avrebbe accettato di prendere provvedimenti contro la crescita degli oneri finanziari in Germania e Spagna". E' quel momento il punto di rottura, con un "leader non eletto chiamato per prendere decisioni impopolari" capade di portare a casa "un compromesso, non un'azione decisa ma che ha contribuito a spianare la strada ad un possibile intervento della BCE per stabilizzare i mercati obbligazionari di Italia e Spagna". Un "passaggio ad alto rischio che potrebbe essere l'ultima occasione per salvare l'Euro"; è questo il merito maggiore di Monti secondo il prestigioso WSJ, che riporta anche della profonda "frattura filosofico – politica" nel cuore dell'Europa, fra rigoristi ed "interventisti". E in questo binomio, Monti appare "il più determinato a contrastare l'approccio tedesco", soprattutto in relazione alla volontà di garantire ai Paesi virtuosi una protezione dalla schizofrenia dello spread. Ed anche sull'intervista incriminata la difesa del WSJ è netta e richiama la grande considerazione di cui gode Monti a livello internazionale. Una credibilità dovuta alla sua coerenza e al suo temperamento, nonchè alla fermezza con cui sostiene il confronto con la Germania e persino con la Bce "Non ho alcun dubbio che la notte prima della disintegrazione dell'euro, la BCE farà tutto il possibile per salvarlo"- ha detto Monti – "La domanda è: Abbiamo bisogno di arrivare alla sera prima?".