Polemica per il bimbo prelevato a scuola, Schifani: “Il capo della polizia chiarisca”
Nel video di Leonardo, il bambino padovano prelevato a scuola dalla polizia, per un provvedimento della Magistratura, si vedono delle immagini tali che a riguardo si è espresso il Garante per la protezione dei dati personali al fine di richiamare “i media e i siti web al più rigoroso rispetto della riservatezza del minore” astenendosi dal pubblicare e diffondere immagini del bambino ed eccessivi dettagli che possano lederne la dignità. Il video choc trasmesso per primo dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” ha suscitato in effetti forti polemiche dato che il bambino di soli 10 anni viene prelevato con forza dagli agenti in borghese dalla sua scuola elementare di Cittadella mentre a “difenderlo” ci sono solo le sue urla e quella della zia, autrice del filmato, che poi parla con una poliziotta. Oggi, a dirsi sconvolti per quelle immagini violente, sono in tanti: dalla dirigente scolastica alla madre del bambino che, insieme ai nonni e ad altre mamme, ha protestato tra le lacrime dinanzi alla sua scuola. Sui cartelli esposti frasi come “I bambini vanno ascoltati”.
All’origine della vicenda la sindrome da alienazione parentale – La donna ha raccontato anche come già ieri sera sia andata da suo figlio nella casa famiglia in cui era stato trasferito per vederlo ma che non le è stato permesso. La madre di Leonardo ha ricostruito la vicenda spiegando che il figlio è stato portato in comunità perché la Corte d’Appello di Venezia ha emesso un decreto sulla base del fatto che al bambino era stata diagnosticata la sindrome da alienazione parentale (PAS). Sindrome secondo la quale “se non viene prelevato dalla famiglia materna e resettato in un luogo neutro, come una sorta di depurazione, non potrà mai riallacciare il rapporto col padre”. Un “metodo” che si basa su “una scienza spazzatura che arriva dall’America”, dice la donna assicurando che il bambino vedeva suo padre in incontri protetti ogni settimana. E in seguito ai fatti avvenuti dinanzi alla scuola la donna ha spiegato che avrebbe voluto vedere suo figlio insieme al pediatra perché venisse visitato “visto il modo barbaro con il quale è stato trascinato via”. Voleva accertarsi del suo stato psicologico ma, dice, non le è stato permesso.
La Questura: “Nessuna intenzione di creare tensione” – Anche la questura di Padova ha chiarito i fatti avvenuti attraverso una nota che evidenzia come l’intervento presso la scuola di Cittadella sia stato eseguito “in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l’esito sperato perché il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario intervenuti”. E, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del padre del piccolo, la Questura di Padova chiarisce anche che non c’era nessuna intenzione di creare tensione. Il questore ha sottolineato che il loro supporto è stato richiesto dall’autorità giudiziaria “che ha dato facoltà al padre del bambino di richiedere l’intervento della forza pubblica per eseguire il provvedimento di affidamento disposto dal Tribunale dei minori”.
Schifani indignato chiede chiarimenti al capo della polizia – Che la vicenda di Leonardo abbia avuto una grande risonanza mediatica in poche ore dalla diffusione del filmato è dimostrato anche dal fatto che il presidente del Senato Renato Schifani ha subito chiesto chiarimenti al capo delle forze dell’ordine Antonio Manganelli. Schifani ha detto che le immagini “hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani”, che i bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati “e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l’accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile”. Chiede, per tutto questo, immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti. Il capo della polizia ha avviato un'indagine interna.