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Piero Fassino, candidato sindaco di Torino e trionfatore nelle primarie del centrosinista

Candidato a sindaco di Torino, Piero Fassino lascia la poltrona in Parlamento dono anni di governo politico. Sul tavolo la questione Fiat, Fassino è molto criticato per essere l’emblema della “vecchia politica”
A cura di Alessio Viscardi
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Le elezioni comunali 2011 di Torino non sono all'insegna del nuovo, basti pensare alla vittoria di Piero Fassino alle primarie del centrosinistra e alle sue numerose primavere passate in Parlamento. Un candidato che non mette d'accordo tutta la coalizione, ma che rende felici gli ex democratici di sinistra. Il segretario provinciale Gioacchino Cuntrò lo appoggia, mentre Morgando – ex Margherita e sostenitore di Pier Luigi Bersani – mostra viva ostilità per il candidato sindaco. Chi appoggia Fassino nella sua corsa alla poltrona di sindaco di Torino ne sottolinea l'impressionante capacità lavorativa e i buoni rapporti con tutte le realtà cittadine. I suoi detrattori, invece, gli rimproverano di essere l'emblema di una politica vecchia e stretta al potere della poltrona, il che gli renderebbe difficile competere con i giovani candidati del centrodestra e ridurrebbe l'elettorato potenziale del Pd. Indecisi e moderati potrebbero votare altrove, ma nonostante ciò rimane lui il grande favorito a succedere a Sergio Chiamparino, tanto che numerosi sondaggi lo danno vincente al primo turno.

Piero Fassino è stato ministro diverse volte per governi di centrosinistra, mentre tra il 2001 e il 2007 ha detenuto la segreteria nazionale dei Democratici di Sinistra. Nel 2007 ha svolto anche la funzione di Inviato dell'Unione Europea in Birmania. Viene spesso deriso per l'aspetto estremamente longilineo: è alto 1,92m e pesa soltanto 66 kg. A tal proposito ha dichiarato: “Quando sono sotto stress perdo interesse per i sapori, sedermi a tavola diventa soltanto un atto che cerco di impormi, mi dimentico di mangiare”. È stato coinvolto nello scandalo di Bancopoli, quando Il Giornale ha pubblicato alcune intercettazioni in cui l'allora segretario dei Ds chiedeva all'interlocutore Giovanni Consorte – manager di Unipol – “Abbiamo una banca?” con riferimento alla scalata del gruppo bancario, da cui Fassino è stato giudicato estraneo e privo di responsabilità.

Alle elezioni comunali 2011, Piero Fassino arriva nel pieno del marasma che coinvolge Fiat e la direzione di Sergio Marchionne. La questione è molto presente nei discorsi tenuti da Fassino, che è un forte sostenitore dell'alleanza tra Fiat e Chrystler, considerata una “scelta obbligata, serve una massa critica per garantire i volumi produttivi” sostiene il candidato sindaco. Favorevole anche all'accordo di Mirafiori e sui problemi nello stabilimento di Bertone sostiene: “Penso che a Torino debba restare non solo la produzione, ma anche la parte alta dell’azienda, la ricerca e la progettazione. Ma ci sono momenti in cui bisogna stabilire delle priorità”. Così, Fassino lancia un doppio appello a Fiat e sindacati a venire gli uni in contro alle necessità degli altri e garantire continuità produttiva al cuore meccanico di Torino.

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