Pablo Picasso: la grandiosa tela di “Parade” ad aprile nel Museo Capodimonte di Napoli
Nel 1917 Pablo Picasso arriva in Italia: a Milano, Firenze, Roma e infine a Napoli. Qui l'artista maturerà temi e suggestioni che saranno al centro di capolavori unici nel loro genere. Quest'anno la città partenopea ha scelto di ripercorrere lo straordinario viaggio artistico e personale di Picasso attraverso il nostro Paese: dal 10 aprile al 10 luglio 2017 il Museo di Capodimonte e l'Antiquarium di Pompei ospiteranno “Picasso-Parade. Napoli 1917”, con l'obiettivo di celebrare le ispirazioni e le suggestioni che esattamente cento anni fa arrivarono dritte al cuore artistico di Picasso.
Fulcro della mostra sarà il bellissimo “Sipario per ‘Parade'”, che direttamente dal Centre Pompidou di Parigi arriverà nella Sala da Ballo della pinacoteca di Capodimonte, insieme ad altre sessanta opere di Picasso. L'enorme tela è il più grandioso frutto del viaggio di Picasso in Italia: un'opera immensa, di dieci metri per diciassette, in cui pagliacci, ballerine e animali danno vita ad un circo suggestivo e poetico, allegro ma malinconico allo stesso tempo come solo il mondo circense sa essere, anticipatore di molti temi che diverranno centrali nella produzione successiva dell'artista, e ultimo esempio di un'arte e di un mondo che di lì a poco cambieranno radicalmente.
Picasso e Cocteau in Italia
La prima guerra mondiale era arrivata improvvisa, violenta e inarrestabile. Anche il mondo dell'arte, che in quegli anni stava vivendo uno dei periodi più floridi e creativi, viene investito e travolto dal vento di morte che sconvolgerà l'Europa: in Francia, soprattutto, molti artisti e poeti verranno chiamati al fronte. Daniel-Heinrich Kahnweiler, André Derain, Georges Braque e perfino Guillaume Apollinaire partono come soldati e alcuni, come Apollinaire, non torneranno più.
Picasso, quando la guerra scoppia, si trova a Parigi. Nella capitale francese aveva conosciuto un giovanissimo Jean Cocteau, che nel 1916 lo coinvolge in un innovativo progetto: la collaborazione per la realizzazione di sipari, scene e costumi per un balletto russo che avrebbe debuttato a Roma l'anno successivo. Un progetto ben lontano dal fronte, dalle trincee, e dagli orrori che l'Europa nel frattempo sta vivendo.
Così, nel febbraio del 1917 Picasso e Cocteau partono alla volta dell'Italia: qui, durante la sua permanenza, Picasso conoscerà il futurismo, gli artisti della Secessione, ma anche l'arte rinascimentale e classica, nonché la cultura e l'immaginario popolare. Soprattutto a Napoli Picasso ebbe la possibilità di entrare a contatto e di sentire da vicino la suggestiva tradizione popolare, e in particolare l'iconografia “carnevalesca” legata alla maschera di Pulcinella che in seguito lo influenzerà moltissimo.
Ma il circo è un mondo “altro”, diverso, lontano dalla realtà: e forse proprio per questo Picasso lo sceglie quale soggetto della sua rappresentazione. E per questo “Parade” può essere considerato quasi come un sogno ad occhi aperti, un'allucinazione sfavillante di un mondo che pian piano sta cessando di esistere.
Parade, la festa prima della tragedia
Cos'è “Parade”? In cosa consiste l'affascinante magia che si percepisce di fronte a quest'opera? Il poeta francese Jean Cocteau l'aveva definita “un giocattolo infrangibile”, dietro il quale non si nasconde nulla. Dietro il quale non c'è nulla: la magia di questa straordinaria opera di Picasso sta tutta lì, di fronte a noi, impossibile da definire.
In “Parade” c'è la commedia dell'arte, la pittura dei grandi maestri italiani e l'equilibrio della classicità, ma dietro il sipario sembra celarsi anche l'inquietudine, una forza segreta e terribile he sta in agguato, nascosta dietro il trucco dei clown e la magia del circo.
La prima guerra mondiale sconvolge molte vite, ma per Pablo Picasso sono ancora lontani gli anni dell'impegno politico, ancora molto distante è l'ispirazione che farà nascere “Guernica”: nonostante questo, il monumentale affresco circense non sembra estraneo a questa “sensazione”, quasi come l'ultimo sprazzo di follia festosa prima della tragedia.