Piazza Tahrir brucia ancora: violenti scontri tra esercito e manifestanti in Egitto
Centinaia di egiziani, questa mattina, si sono radunati nuovamente in piazza Tahir, nella città del Cairo, dopo una lunga notte di scontri che ha provocato due morti, uno nella capitale egiziana, un manifestante di soli 23 anni e l’altro, un ragazzo di 25 anni, caduto ad Alessandria, davanti alla sede della direzione della sicurezza di Stato. Si contano, inoltre, ben 676 feriti. I manifestanti protestano affinché venga messa la parola ‘fine' allo strapotere dell’esercito. In questa nuova insurrezione, secondo le fonti mediche del posto, sarebbero morte tre persone, due ragazzi e una ragazza. I giovani sono deceduti per soffocamento, provocato dai gas lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine: i loro corpi ora sono in un ospedale da campo. A causa delle violenze messe in atto dalla polizia e dai militari, il ministro della cultura, Emad Abou Ghazi si è dimesso per protesta, non presentandosi alla riunione indetta tra governo e Consiglio Supremo delle Forze Armate. Si stimano, sinora, 1,194 feriti, secondo quanto confermato da Al Arabiya. In piazza presenti circa 5 mila persone: una folla oceanica che, all’arrivo della sicurezza si è mossa verso il Museo Egizio e la sede della Lega Araba. Nel contempo gli agenti hanno iniziato bruciare moto e striscioni, lasciati sul posto dai manifestanti. Come si può vedere dal video, si vedono ambulanze che trasportano i feriti e scontri tra poliziotti e protestanti:
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In rete, soprattutto tra i blogger egiziani, circola la voce che al Cairo potrebbe essere imposto di nuovo il coprifuoco. La polizia antisommossa si scontra duramente con i manifestanti, tra i quali si contano decine di feriti, a causa dei gas lacrimogeni e dei proiettili di gomma lanciati dagli agenti. Le proteste sfociano nella violenza per le promesse fatte al Paese e non rispettate; dopo la caduta di Mubarak non ha visto nessun cambiamento:
Un comunicato emanato dal Governo e diffuso dalla tv pubblica, invita tutti a evitare che il paese degeneri in situazioni sanguinose, che provocano solo morte e disordini, le quali hanno, inevitabilmente, “un impatto diretto sul cammino del Paese e della rivoluzione”. Il Governo non nega il diritto a manifestare per esprimere il dissenso per la situazione politica che attanaglia oggi l’Egitto, poiché “manifestare pacificamente è un diritto costituzionale alienabile”, ma si è consapevoli che la situazione sta eccessivamente degenerando e, per questo, si devono utilizzare “ragionevolezza e responsabilità” per condurre la nazione verso la rinascita politica e culturale.
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