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Piazza Affari apre in rosso, dopo le notizie su Marchionne cadono i titoli FCA e Ferrari

Avvio negativo a Piazza Affari per i titoli FCA e Ferrari all’indomani della fine dell’era Marchionne: all’apertura della Borsa il titolo del Lingotto ha lasciato sul terreno oltre tre punti percentuali, e ancora peggio ha fatto quello Ferrari, che ne ha ceduti 5. Mercoledì prossimo il primo appuntamento ufficiale per Mike Manley.
A cura di Ida Artiaco
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Avvio negativo per la Borsa Italiana all'indomani della rivoluzione al vertice di FCA e Ferrari dovuta alla malattia dell'ormai ex amministratore delegato Sergio Marchionne. La seduta di Piazza Affari è infatti partita alle 09:40 di questa mattina, lunedì 23 luglio, con segno meno, con l'indice Ftse Mib che ha ceduto lo 0,77% a 21.626 punti. Il titolo del Lingotto, in particolare, ha lasciato sul terreno oltre tre punti percentuali. Va addirittura peggio a Ferrari, che in avvio non riesce a fare prezzo e poi cede quasi il 5%, mentre Cnharretra del 3,45%. Male anche Exor che perde in partenza oltre tre punti.

Tuttavia, il titolo Fca ha ridotto nel corso della mattinata progressivamente il calo a Piazza Affari: poco dopo le 11 segnava -1,4%. Analoga dinamica anche per gli altri titoli della galassia, da Ferrari, che ha toccato quota -2,8%, a Cnh (-2,18%), alla controllante Exor (-2,88%). Ma la situazione è peggiorata di nuovo dopo la diffusione della notizia, non ancora confermata ufficialmente, delle dimissioni da parte di Alfredo Altavilla, braccio destro di Marchionne e responsabile dell'area Emea per il Gruppo.

Titolo FCA parte male anche a New York

Segno meno anche a Wall Street. Dopo Piazza Affari, dunque, anche il New York Stock Exchange, nelle contrattazioni che precedono l’avvio dei mercati, ha punito i titoli della galassia Agnelli: -5%, nel pre-market Ferrari e oltre -3% Fca. Si è così avuta la conferma che i mercati non stanno rispondendo bene al doppio terremoto registrato nel Gruppo, prima con l'addio di Marchionne e poi con le dimissioni di Altavilla. Si attende ora con ansia la reazione del listino americano all’apertura, alle 17 ora italiana.

Le condizioni di salute di Sergio Marchionne

Insomma, una situazione tutt'altro che facile, che dovrà ora affrontare il nuovo amministratore delegato di FCA Mike Manley, nominato lo scorso sabato dal Consiglio di amministrazione a Torino come successore di Sergio Marchionne, che intanto è ancora ricoverato nella clinica di Zurigo, dove alla fine del mese di giugno aveva subito un'operazione alla spalla, dalla quale pare non si sia più ripreso. Secondo i bene informati, il manager non solo avrebbe anche un tumore, ma sarebbe in coma irreversibile. Notizia, questa, confermata nelle ultime ore dall'avvocato Grande Stevens. Quando venne a sapere del suo ricovero "pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette", ha detto in una intervista al Corriere della Sera.

Il primo impegno di Mike Manley in FCA

Ma la macchina FCA non si ferma. Il primo appuntamento di rilievo per il nuovo ad FCA Mike Manley, finora numero uno del brand Jeep, è in programma per mercoledì 25 luglio, quando la società presenterà i propri conti trimestrali, che dovrebbero sancire anche il raggiungimento dell'obiettivo di azzeramento del debito industriale. Tuttavia, secondo gli analisti di Equita, le scelte per i sostituti di Marchionne, al comando dell'azienda per 14 anni, vanno "nel segno della continuità", in particolare, per quanto riguarda il nuovo Ceo Mike Manley, "è più che ragionevole". Per quanto riguarda la Ferrari, si ricorda che Louis Camilleri è stato nominato nuovo amministratore delegato e John Elkann presidente. I risultati negativi raggiunti dal gruppo alla riapertura della Borsa lunedì mattina si inseriscono in un calo generalizzato dei mercati europei: oltre a Milano, che ha ceduto l'1,09%, anche Londra ha fatto registrare una perdita dello 0,46%, Francoforte dello 0,45% e Parigi dello 0,42%. I listini scontano ancora le tensioni sul fronte commerciale registrate in coda alla scorsa settimana, con Donald Trump che si è detto pronto a introdurre dazi su 500 mila di dollari di prodotti.

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