video suggerito
video suggerito

Perché quella di Luigi Di Maio su Matera non è un gaffe sulla geografia

Luigi Di Maio è al centro della polemica per la conversazione in cui chiede a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, cosa stia facendo per Matera. Quella di Di Maio, in realtà, non sembra essere una gaffe geografica, ma una domanda sugli investimenti che la regione – confinante con la Basilicata – sta mettendo in campo in vista del 2019, quando Matera sarà capitale europea della cultura.
A cura di Stefano Rizzuti
1.147 CONDIVISIONI
Immagine

È diventato un caso politico la conversazione tra il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, su Matera, capitale europea della cultura nel 2019. Le telecamere hanno ripreso un frammento del dialogo tra i due in cui Di Maio chiede a Emiliano: “Con Matera cosa state facendo?”. Il presidente della Regione Puglia, allora, si avvicina la mano alla bocca e risponde: “Matera è in Basilicata”. “Eh, lo so”, replica prontamente il ministro del Lavoro. A quel punto Emiliano si concentra sugli aspetti che riguardano da vicino la Puglia, che è confinante con la Basilicata e che è – a livello di trasporti – la zona con più hub per collegare la città capitale della cultura al resto d’Italia per via ferroviaria e aerea. “Se si riuscisse a fare qualcosa – aggiunge Emiliano -. Noi stiamo finendo il raddoppio della ferrovia ed è un investimento tutto pugliese, se no quelli non hanno la stazione”.

A difendere Luigi Di Maio è intervenuto proprio il suo interlocutore, Michele Emiliano, che su Twitter ha scritto: “Il ministro sa benissimo che Matera è in Basilicata e sa altrettanto bene che il sostegno della Puglia a Matera capitale europea della cultura è fondamentale, per questo mi ha fatto le domande, tutte pertinenti, cui ho risposto”. Come spiega anche Emiliano, quindi, la domanda del ministro del Lavoro è stata posta per parlare degli investimenti che la Puglia, regione confinante alla Basilicata, sta mettendo in campo in vista del 2019 per Matera.

La replica del ministro del Lavoro è arrivata poco dopo con un lungo post su Facebook, in cui attacca giornalisti ed editori dei giornali: “Giornalisti ignoranti o in mala fede, o entrambi, mi accusano di aver sbagliato a chiedere a Emiliano cosa stesse facendo per Matera, lasciando intendere che non sappia in che regione sia. Sono loro che non sanno che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo investimenti milionari in vista dell'appuntamento con Matera capitale della Cultura”.

Di Maio elenca le misure che riguardano la Puglia, a partire dai “100 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia Bari Matera e le opere connesse”. Il ministro del Lavoro continua ricordando il “bando pubblico per finanziare attività culturali”, i “2 milioni di euro per valorizzare storia, cultura e paesaggio lungo l’itinerario che dalla Puglia va a Matera”. “Non sanno – aggiunge – che il consiglio regionale pugliese ha addirittura approvato una legge per la promozione del turismo culturale in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.

Di Maio parla dei treni che non arrivano direttamente a Matera, ma solo a Bari e “da lì o ci sarà il nuovo collegamento ferroviario o ci sarà un servizio di pullman per portare i turisti a Matera. Non sanno neppure che dopo quel colloquio con Emiliano abbiamo inaugurato il 5g Bari Matera. Insomma, non sanno che ci sono importanti rapporti commerciali tra due regioni confinanti e che Matera capitale della Cultura significa un grande ritorno economico non solo per i lucani, ma anche per i pugliesi”. A questo punto Di Maio attacca “i politicanti del Pd che riprendono questa fake news”.

Di Maio conclude:

L’operazione di discredito verso questo governo continua senza sosta. Gli editori dei giornali hanno le mani in pasta ovunque nelle concessioni di Stato: autostrade, telecomunicazioni, energia, acqua. E l'ordine che è arrivato dai prenditori editori è di attaccare con ogni tipo di falsità e illazioni il MoVimento 5 Stelle. Questo non è più giornalismo libero. Siamo di fronte alla propaganda dell'establishment che si fonda anche su contributi pubblici mascherati come la pubblicità da parte dei concessionari di Stato (quanti soldi prende Repubblica dai Benetton per la pubblicità?). Bisogna fare una legge per garantire che gli editori siano puri e i giornalisti liberi di fare inchieste su tutte le magagne dei prenditori.

1.147 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views