Perché Matteo Salvini non ha nessun diritto di vestirsi con le divise delle forze dell’ordine
Nei giorni scorsi Andrea Maestri di Possibile ha deciso di denunciare il ministro degli Interni Matteo Salvini con un esposto depositato al Tribiunale di Roma, perché, lo scorso 30 gennaio, ha indossato il giaccone della Polizia all'interno della Camera, violando i regolamenti. La storia è ormai nota. Salvini aveva presenziato in Aula a Montecitorio al question time sui migranti, in completo scuro e senza cravatta, e successivamente si è avviato per l'uscita dell'edificio con la divisa della Polizia di Stato. "Perché dovrei separarmene? Mi tiene caldo e mi rappresenta", aveva replicato il leader della Lega.
"È necessario ricordare al ministro dell'Interno che non è al di sopra della legge. Per questo l'esposto penale è un atto politico fondamentale, anche perché svela all'opinione pubblica lo scarso rispetto per le leggi da parte di chi parla di sicurezza e legalità. Un cortocircuito pericoloso", ha sottolineato la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone.
"Salvini si vanta delle denunce subite e già questo è assurdo visto il ruolo che ricopre – ha aggiunto il fondatore di Possibile Giuseppe Civati – poi mette alla gogna social chi fa opposizione. Atti di disprezzo della legge da bullo, ma che di fronte ai processi scappa, chiedendo l'assoluzione al Movimento 5 Stelle. Che, peraltro, tace sul ministro in divisa che viola le Istituzioni". L'avvocato della segreteria nazionale di Possibile Maestri nell'esposto esplicita le ragioni della sua denuncia, spiegando che non si tratta solo di un problema di malcostume politico o di propaganda, ma ritiene invece "che tale reiterata ed ostentata condotta integri plurime violazioni di legge".
Quali norme sarebbero state violate da Salvini
Nel testo vengono citati altri episodi, eventi pubblici, e iniziative di partito, in cui il vicepremier ha esibito divise appartenenti a vari corpi amministrativi e forze dell'ordine. Per esempio l'arrivo all'aeroporto di Ciampino di Cesare Battisti, un'occasione ufficiale in cui l'abbigliamento di Matteo Salvini ha suscitato non poche polemiche. Le violazioni riguardano innanzi tutto l'articolo 498 del codice penale: "Chiunque, fuori dei casi previsti dall'articolo 497 ter, abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, ovvero di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, […] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da centocinquantaquattro euro a novecentoventinove euro".
Ma c'è di più. Oltre alla violazione del codice penale ci sarebbe anche la violazione dell'articolo 62 dei Regolamenti della Camera. In particolare recita così l'articolo in questione: "La forza pubblica, compresa la polizia giudiziaria, non può accedere alla sede della Camera, né ad alcun locale in cui abbiano sede organi e uffici della Camera medesima o che sia comunque nella disponibilità di essa, se non per ordine o previa autorizzazione del Presidente". La Corte di Cassazione ha già stabilito che per considerare commesso il reato non serve per esempio che colui che sta realizzando la condotta illecita stia in concreto svolgendo quella determinata funzione, che di solito è appannaggio delle forze dell'ordine, ma basta che esibisca ‘il contrassegno' in pubblico. Detto in altri termini, perché si possa considerare avvenuta l"usurpazione di funzioni pubbliche' è sufficiente che venga mostrata la divisa con il distintivo.
Come sottolinea Maestri nel testo, secondo l'articolo 96 della Costituzione i ministri sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, dopo aver ottenuto il via libera dalla Camera di appartenenza, che nel caso di Salvini sarebbe infatti il Senato. Tra le norme che il ministro degli Interni potrebbe aver violato nell'esercizio delle proprie funzioni, oltre all'articolo 62 del Regolamento della Camera dei Deputati, c'è anche l'articolo 97 della Costituzione, quello che sancisce il principio di imparzialità dell'azione amministrativa. In questo caso Salvini ha volutamente dato ai cittadini un messaggio distorto, con la conseguente sovrapposizione tra ruolo del ministro e corpo di Polizia, inquinando "quella immagine di terzietà, imparzialità ed autonomia (da qualunque forza politica, Lega compresa) che caratterizza i corpi amministrativi statali". A riprova di quanto stiamo dicendo e dell'importanza dell'indipendenza dei ruoli nel nostro ordinamento, esiste anche un articolo, (98 comma 2 della Costituzione), che stabilisce per i funzionari e gli agenti di polizia limitazioni al diritto di iscriversi ai partiti politici.