Perché il reddito di cittadinanza potrebbe slittare e non arrivare a marzo
La promessa del governo era di introdurre il reddito di cittadinanza a marzo o, al massimo, ad aprile del 2019. Ma oggi, come fa notare La Stampa, le possibilità di uno slittamento sono concrete. E lo si evince andando a guardare la nota di aggiornamento al Def, in cui sono previsti una serie di provvedimenti collegati alla legge di bilancio: ben 12. E tra questi 12 rientrano anche due temi assai cari al MoVimento 5 Stelle: le misure in favore dei soggetti coinvolti dalla crisi del sistema bancario e proprio l’introduzione del reddito di cittadinanza con la relativa riforma dei centri per l’impiego.
Il problema è di tempistiche. E riguarda soprattutto il calendario dei lavori parlamentari. Fino a Natale la Camera e il Senato avranno molto da fare. Non solo il Def e la legge di bilancio (si parte in commissione Bilancio in questi giorni), ma anche l’esame del decreto per Genova in commissione Trasporti, il decreto Salvini su sicurezza e migranti. E i tempi di approvazione di una legge, per quanto collegata alla legge di bilancio, non sono brevi. Per i truffati dal sistema bancario e per il reddito di cittadinanza, spiega La Stampa, si dovrebbe quindi slittare a dopo l’Epifania. Le stime di Pagella Politica citate dalla Stampa mostrano che l’approvazione di una legge richiede mediamente alcuni mesi. Il rischio di non rispettare le scadenze di marzo o aprile è quindi concreto.
I controlli e la lotta ai finti poveri
Il Sole 24 Ore porta in evidenza un altro aspetto, quello della lotta ai finti poveri. I controlli della guardia di finanza nel 2018 hanno fatto emergere l’esistenza di sei finti poveri ogni dieci controlli. Un problema riguardante soprattutto i beneficiari delle prestazioni sociali e, ancora di più, chi riceve l’esenzione dal ticket sanitario. Il dato citato dal Sole 24 Ore riguarda 8.847 controlli: 5.435 sono le persone non in regola per ricevere le agevolazioni. Sul ticket sanitario i contribuenti non in regola sono quasi il 90%. Un trend confermato negli ultimi anni, ma che sta leggermente scendendo per quanto riguarda le prestazioni sociali agevolate, grazie al nuovo Isee che prevede controlli preliminari.
Lezzi: ‘Per ora nessuna lista acquisti concessi'
Intervistata dal Corriere della Sera, il ministro per il Sud Barbara Lezzi ribadisce che non si tratta di una misura assistenzialista, ma di un “sostegno mentre si aiuta a reintrodurre nel mondo del lavoro chi ha avuto difficoltà”. Per questo Lezzi si dice convinta che “la misura piacerà ovunque”. Ad usufruire del reddito potrebbero essere, secondo le stime della Lezzi, 6-6,5 milioni di persone. Per il ministro, inoltre, è giusto “perimetrare le spese” ma senza fare alcuna lista degli acquisti concessi.