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Per la pillola del giorno dopo non servirà più la ricetta. Finalmente

Il ginecologo torinese ed esponente radicale, Silvio Viale ha vinto la sua ventennale battaglia: è di ieri sera, infatti, la notizia che l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha finalmente accettato di abolire la ricetta per la prescrizione della contraccezione di emergenza, ovvero per la pillola del giorno dopo “Norlevo”.
A cura di Charlotte Matteini
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prendere la pillola

Una battaglia lunga quasi vent'anni, ma alla fine Silvio Viale – esponente del Radicali Italiani, consigliere comunale del Pd a Torino e responsabile del servizio di interruzione volontaria di gravidanza dell'ospedale Sant'Anna – ha vinto. E' di ieri sera, infatti, la notizia che l'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, ha finalmente accettato di abolire la ricetta per la prescrizione della contraccezione di emergenza, ovvero per la pillola del giorno dopo "Norlevo". Dal 2000, anno in cui il farmaco venne introdotto sul mercato, il ginecologo torinese ha più volte richiesto che venisse eliminato "l'anacronistico obbligo di ricetta non ripetibile, che molto spesso costringeva spesso le donne a umiliazioni e pellegrinaggi infernali per ottenerla, come documentato più volte da servizi televisivi, e alimentava l’equivoco dell’obiezione di coscienza".


Silvio Viale contro tutti. Silvio Viale contro l'Ordine dei medici, soprattutto.
Come raccontano alcuni esponenti dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, di cui il ginecologo torinese è tra i membri, nel 2010 Viale "fu addirittura sanzionato dall’Ordine dei medici per avere prescritto sin dal 2004, alle donne che ne facevano richiesta, la contraccezione di emergenza per le strade e davanti alle scuole di molte città italiane". Una vittoria storica, secondo i radicali Igor Boni, Laura Botti e Silvja Manzi, ottenuta soprattutto grazie alla tenacia di Silvio Viale:

“Oggi è un giorno importante perché possiamo dire di aver conquistato un passo avanti per tutti. E’ una vittoria che rivendichiamo con orgoglio. Per arrivare a questo obiettivo ci sono voluti 16 lunghi anni di richieste, manifestazioni, disobbedienze civili e iniziative di informazione per strada e nelle scuole. 16 anni per ottenere una cosa di una banalità lampante: abolire l’obbligo di ricetta per la contraccezione d’emergenza che, come è ovvio, ha massima efficacia se assunta immediatamente dopo un rapporto a rischio. La ricetta è stata per lunghi anni un ostacolo e l’alibi dell’obiezione di coscienza di molti, hanno reso ancor più complesso ciò che invece deve essere rapido e semplice. Silvio Viale è stato il protagonista di questa lotta e noi con lui. Chi esce sconfitto da questa vicenda è innanzitutto l’Ordine dei medici che nel 2010 si è macchiato della vergogna di sanzionare chi metteva a disposizione il suo tempo e la sua professionalità per fornire ricette a chi le chiedeva, saltando gli ostacoli posti da una normativa assurda. Oggi possiamo dire che la ragionevolezza dei laici e dei Radicali ha avuto ragione su conservatori e falsi obiettori”.

"Potevi stare più attenta prima". Quando una ragazza prova a chiedere la pillola del giorno dopo in pronto soccorso, quasi sempre viene trattata come un'incosciente, come se l'avesse fatto apposta a non essere prudente, come se prendere un concentrato di ormoni e sottoporsi a un iter umiliante, avvilente e mortificante fosse un divertimento, non una necessità dettata da un semplice inconveniente, da un semplice errore, da un preservativo che inavvertitamente si rompe. Non è raro, infatti, sentire dalle donne racconti che potremmo tranquillamente definire surreali, di ginecologi e medici generici che si definiscono "obiettori" e si rifiutano di prescrivere la contraccezione d'emergenza, ma la motivazione opposta non è né reale, tantomeno legale. Numerose sono le circolari ministeriali e regionali che sostengono ci sia l'obbligo, anche per chi sostiene di essere un medico obiettore, di prescrivere la contraccezione di emergenza – perché di farmaco contraccettivo si tratta e non di abortivo, come spesso molti medici e farmacisti fanno intendere sia per sostenere il proprio diritto a opporre l'obiezione di coscienza di fronte alla richiesta di una paziente.

Con la decisione dell'Aifa, però, lo scoglio della ricetta obbligatoria e non ripetibile, dovrebbe finalmente essere superato. Non esiste però certezza, in Italia, visto che anche per Ellaone, meglio conosciuta come la "pillola dei cinque giorni dopo", nonostante sia stato rimosso l'obbligo di ricetta oltre un anno fa, sia ancora pressoché impossibile acquistarla in farmacia perché non sono rari i casi di obiezione di coscienza dei farmacisti, come documentato da un'inchiesta di Repubblica Milano.

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