Per James Holmes arrivano le accuse formali: rischia la pena di morte

Ad una settimana di distanza dalla sua prima apparizione in tribunale, ritorna a sedersi di fronte ai giudici James Holmes, il 24enne accusato della morte di dodici persone ad Aurora, nel cinema vicino Denver dove in centinaia stavano assistendo all’ultimo episodio della saga di Batman, "The Dark Knight Rises". Il killer dai capelli arancioni è tornato in tribunale per essere formalmente incriminato della strage: gravano su di lui 24 capi d’accusa per omicidio di primo grado e 116 per tentato omicidio. Crimini tali da fargli rischiare la pena di morte, nonostante nei giorni scorsi sia stato fatto notare come in Colorado non siano più state eseguite condanne a morte dal 1976.

Nessuna telecamera in aula – Holmes, che è assistito da un difensore d’ufficio, questa volta – a differenza della prima apparizione – non è stato ripreso durante l’incriminazione ufficiale: nessun fotografo e nessuna telecamera sono stati ammessi in tribunale. Da quanto riporta la stampa americana, il killer sarebbe apparso stordito come la prima volta e non avrebbe detto alcuna parola. Del killer di Aurora si è parlato in questi giorni anche a proposito del dettagliato quaderno con gli appunti della strage che avrebbe compiuto al cinema e che l’ex studente aveva inviato a uno psichiatra dell’università ma che è arrivato troppo tardi. Inoltre, è stato anche detto che, dalla sua cella di isolamento, più volte avrebbe chiesto ai secondini il motivo della sua presenza in carcere mostrando di non ricordare quanto compiuto. Non solo, si sarebbe anche lamentato di soffrire di dolori alla pancia a causa del cibo che non è di suo gradimento.