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Pensioni, perché con la quota 100 a rimetterci saranno le donne e i giovani

Con l’introduzione della quota 100 in tema di pensioni a rimetterci potrebbero essere le donne e i giovani. Questa è la posizione dell’Inps e del suo presidente Tito Boeri, secondo cui con quota 100 potrebbero ritirarsi prima dal mondo del lavoro soprattutto uomini e dipendenti pubblici, mentre la misura potrebbe “minare la solidità del sistema previdenziale italiano”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’introduzione della quota 100 per anticipare la pensione di alcuni lavoratori a cui sta lavorando il governo (per avviare il superamento della legge Fornero) potrebbe portare vantaggi solamente ad alcune categorie. Questo è l’allarme lanciato dall’Inps e dal suo presidente Tito Boeri, in audizione alla Camera sul tema delle pensioni d’oro. Secondo Boeri, quota 100premia quasi in 9 casi su 10 gli uomini, quasi in un caso su tre persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio degli italiani (e un reddito potenzialmente ancora più alto, se integrato da altre fonti di reddito). Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che, in un caso su 5, hanno trattamenti superiori ai 35.000 euro all'anno (in più di un caso su 10, superiore ai 40.000 euro)”.

A essere penalizzati saranno donne e giovani. Boeri spiega che la riforma porterà ad “avvantaggiare soprattutto gli uomini con redditi medio-alti e i lavoratori del settore pubblico. Penalizzate invece le donne tradite da requisiti contributivi elevati (quando hanno carriere molto più discontinue degli uomini) e dall'aver dovuto subire sin qui, con l’Opzione donna, riduzioni molto consistenti dei trattamenti pensionistici, quando ora per lo più gli uomini potranno andare in pensione prima senza alcuna penalizzazione”. E non basterebbe, quindi, secondo il presidente dell’istituto di previdenza, la proroga di Opzione donna che il governo sta valutando in questi giorni e che probabilmente dovrebbe arrivare.

Per quanto riguarda i giovani, anche loro subiranno “sacrifici pesanti”. Su di loro “pesa in prospettiva anche il forte aumento del debito pensionistico. Non possiamo, infatti, in questa sede esimerci dal lanciare un campanello d'allarme riguardo alla scelta di incoraggiare più di 400.000 pensionamenti aggiuntivi proprio mentre si avviano al pensionamento le generazioni dei baby boomers e il numero di contribuenti tende ad assottigliarsi. È un’operazione che fa aumentare la spesa pensionistica mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso in cui ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro”.

Dalle pensioni d’oro risparmi per 150 milioni

Secondo il presidente dell’Inps, il disegno di legge sul taglio alle pensioni d’oropotrebbe portare a una riduzione della spesa pensionistica inferiore ai 150 milioni l’anno”. Risparmi che non basterebbero a coprire le spese per la quota 100: “L’introduzione di quota 100 per l'accesso alla pensione comporta costi superiori di 60-70 volte rispetto all'importo dei risparmi con i tagli alle pensioni d'oro. Il combinato di queste due misure, secondo Boeri, “comporta non già una riduzione dei privilegi concessi dal nostro sistema pensionistico rispetto ai contributi versati, ma, semplicemente, uno spostamento del privilegio esistente da una categoria di pensionati ad un'altra”.

La proposta di legge sul taglio alle pensioni d’oro riguarderebbe circa 30mila persone, quasi tutti – il 95% – uomini. La riduzione massima applicata sarebbe del 23%, mentre quella media dell’8%, secondo i dati forniti dall’Inps. E la platea sarebbe principalmente di ex lavoratori pubblici: un’anomalia, considerando che gli ex dipendenti pubblici sono solo il 18% dei pensionati italiani.

L’allarme su quota 100

L’Inps esprime chiare preoccupazioni sull’introduzione di quota 100. Introdurre nel sistema previdenziale la quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi insieme allo stop all'indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata porta a un “incremento del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future nell'ordine di 100 miliardi”. E per questo Boeri lancia un “campanello d’allarme”, paventando il rischio che quota 100 “mini la solidità del sistema previdenziale italiano”.

Salvini chiede le dimissioni di Boeri

Le parole di Boeri e i dati presentati dal presidente dell'Inps non sono piaciute al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che chiede le dimissioni del numero uno dell'istituto di previdenza: "Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell'Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni. Più alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero, più mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani (che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani) sia uno dei meriti più grandi di questo governo".

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