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Pensioni, Matteo Salvini a Di Martedì: “Convinto che entro febbraio partirà quota 100”

Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, si dice certo che l’avvio del superamento della legge Fornero in tema di pensioni, con l’introduzione di quota 100, potrà partire già da febbraio 2019. “Con le pensioni sono convinto che entro febbraio si possa partire”, pur riconoscendo che questo termine non varrà per tutta la platea dei potenziali beneficiari.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è convinto che la riforma delle pensioni, con l’avvio del superamento della legge Fornero e l’introduzione di quota 100, può partire già da febbraio del 2019, nonostante la trattativa con la Commissione europea dopo la bocciatura della manovra italiana. “Con le pensioni sono convinto che entro febbraio si possa partire, ovviamente non con tutte le persone destinatarie da subito”, afferma il ministro dell’Interno spiegando che non saranno tutti i 600mila pensionati del 2019 a ritirarsi dal lavoro entro il primo trimestre del nuovo anno. “Ma da febbraio si può partire”, sottolinea ancora intervistato durante la trasmissione Di Martedì, in onda su La 7.

Salvini risponde anche a una domanda sulla gestione dei risparmi da parte degli italiani e su un sondaggio secondo cui i cittadini non si fidano né di lui né di Di Maio: “Gli italiani è giusto che gestiscano da soli i loro risparmi. Stiamo lavorando a una manovra che faccia tornare a lavorare centinaia di migliaia di persone che oggi non stanno lavorando”, replica. E torna sulle pensioni: “Nel 2019 600mila lavoratori potranno scegliere di andare in pensione o di continuare a lavorare. È chiaro che se 400mila andranno in pensione si libereranno 400mila posti di lavoro per giovani italiani che invece di scappare nell’altra parte del mondo staranno a Roma e a Milano per lavorare”.

Per quanto riguarda il deficit, il vicepresidente del Consiglio parla dell’apertura all’idea di un deficit al 2,2%: “Abbiamo messo a bilancio dei soldi per cominciare a fare quello che ci eravamo impegnati a fare. Basta che ci siano i soldi per la Fornero, per abbattere le tasse alle partita Iva, i soldi per il bonus bebè, per assumere poliziotti, carabinieri. Ci sono i tecnici che stanno studiando i numeri. Se mi dicono che ne ho messi troppi perché ne servono meno, una parte di quei soldi li destino al Veneto e alla Sicilia alluvionati”. E non manca un’altra critica all’Unione europea: “Le ultime cinque manovra economiche, su cui l’Europa non ha detto niente, hanno fatto ripartire l’Italia? No. Se quelli prima hanno speso soldi e l’Italia non è ripartita, allora faccio il contrario. L’Europa non mi può dire no”.

Infine, Salvini parla anche di sé e del suo ruolo e i suoi rapporti all’interno del governo. “Sono contento che la gente mi riconosca concretezza, coerenza e soprattutto la normalità”, dice il ministro dell’Interno a inizio intervista parlando di se stesso. Poi ribadisce la sua “assoluta stima di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio: in questi cinque mesi da solo non avrei fatto niente, se non ci fossero stati Conte e Di Maio”.

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