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Pedofilia, cardinale Pell: “Una coincidenza gli abusi nella mia diocesi”

La quarta e ultima deposizione in videoconferenza del cardinale George Pell, prefetto della segreteria dell’economia ed ex arcivescovo di Sidney, di fronte alla Commissione governativa australiana anti-abusi. Il cardinale ha incontrato le vittime di abusi.
A cura di Susanna Picone
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 “La mia mancanza è stata quella di limitarmi ad andare dal cappellano della scuola per chiedergli se le voci fossero vere”: così, con una ammissione di responsabilità, è entrata nel vivo la deposizione del cardinale Pell sugli abusi sessuali compiuti da sacerdoti nelle diocesi di Ballarat, dove è stato vicario episcopale e di Melbourne, dove è stato vescovo ausiliare e poi arcivescovo. È la quarta e ultima deposizione in videoconferenza di Pell, già ascoltato nei giorni scorsi, di fronte alla Commissione governativa australiana anti-abusi. Il caso più spinoso che la Commissione sta esaminando è il rapporto che il religioso aveva con padre Gerald Ridsdale, coinquilino di Pell per molti anni e assistente spirituale dell'Istituto Fratelli Cristiani di Ballarat. Il cardinale ha ammesso di aver sbagliato ad accompagnarlo in tribunale perché così le vittime hanno potuto pensare che lui appoggiasse il pedofilo. In realtà, a suo dire, gli era stato chiesto di accompagnarlo per offrirgli un punto di riferimento. Padre Ridsdale, che ha più di 80 anni ed è ancora detenuto, abusò anche di suo nipote David. “Ho il sospetto che, perché ho accompagnato suo zio all'udienza del giudice, David rimase dispiaciuto”, ha detto il cardinale Pell durante la deposizione. “Non avevo intenzione di contestare le accuse, non volevo mancare di rispetto alle vittime, anzi ero a conoscenza del fatto che aveva arrecato un grande danno alla Chiesa”, ha spiegato ancora. Pell ha dunque parlato di una telefonata che ebbe con David Ridsdale nel 1993, quando questi gli disse di aver subito abusi sessuali dallo zio.

Abusi, Pell: “Non ho mai impedito a nessuno di andare alla polizia” – Secondo la Commissione Pell avrebbe chiesto al ragazzo cosa fare per mantenere la sua tranquillità. “Non ho mai impedito a nessuno di andare alla polizia”, ha replicato il porporato. “Ho parlato con lui a lungo. Lui non mi ha chiesto di fare qualcosa. Se mi avesse chiesto di fare qualsiasi cosa certamente lo avrei fatto”, ha assicurato. Interrogato dall'avvocato che rappresenta le vittime, Pell ha negato ancora di aver offerto degli aiuti finanziari a David per comprare il suo silenzio. Poi un avvocato delle vittime gli ha chiesto: “A quel tempo, ci sono state quattro o cinque persone a compiere questo tipo di crimini. Crede che sia una coincidenza?”. E il cardinale ha risposto di sì: “Sì, beh, non penso neppure per un attimo che tutte queste persone siano state messe insieme per uno scopo specifico”. L'avvocato ha quindi chiesto a Pell se si è trattato in qualche modo di una congiura contro di lui e se si sente parte lesa in questo processo. Il super ministro delle finanze vaticane ha detto di non sentirsi preso di mira ma che certamente ci sono molte dichiarazioni false nei suoi riguardi. Le vittime di abusi sessuali del clero hanno chiesto intanto di essere ricevuti direttamene da Papa Francesco.

Pell incontra le vittime dei preti pedofili – Questa mattina il cardinale George Pell ha incontrato un gruppo di vittime di preti pedofili. L'incontro si è svolto nell'albergo Quirinale a Roma. Pell ha incontrato i sopravvissuti, oggi adulti, a piccoli gruppi. L'incontro era stato annunciato dallo stesso cardinale alla fine della sua quarta e ultima deposizione davanti alla Royal Commission. Il portavoce del gruppo, David Ridsdale, nipote e vittima del prete pedofilo di cui molto si è parlato nelle deposizioni di questi giorni, ha dichiarato di avere ottenuto “mille volte più” di quanto speravano, considerato che la vicenda in questi giorni è stata seguita dai media di tutto il mondo.

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