Pedemontana Veneta, la superstrada costruita sui rifiuti: “Bloccate i lavori e bonificate”
“Questa sarà l’entrata di Arzignano in direzione Alte Ceccato e i rifiuti sono ancora tutti qua. Stanno bonificando solo la parte in cui dovrebbe sorgere la Pedemontana”. E’ la denuncia fatta a Fanpage.it da Sonia Perenzoni, consigliere comunale del Movimento 5 stelle a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza. “Possiamo chiamarli ʽrifiuti murati’”, ironizza. In un filmato diffuso sul suo profilo Facebook, Perenzoni mostra il percolato fuoriuscire dal terreno: sacchi di immondizia, copertoni e persino una scarpa traboccano tra i piloni di cemento. Resti di una ex discarica che lambiscono il tracciato della futura Superstrada Pedemontana Veneta (Spv). “Dopo la prima video-denuncia avvenuta due settimane fa – precisa la consigliere pentastellata – le ruspe hanno asportato i rifiuti visibili ma dietro, oltre ai pilastri di contenimento, rimangono ancora tonnellate di immondizia di ogni tipo”.
L’ex cava trasformata in discarica
Nel 1980, l’ex Cava Pontesello a Montecchio Maggiore viene trasformata in una discarica controllata dove far confluire i rifiuti di Vicenza, Sovizzo e Montecchio e poi anche di altri comuni. Le attività di conferimento vanno avanti fino al 1999 quando, dopo vari lavori di ricomposizione ambientale, ne viene decisa la chiusura. “L’impianto non è abbandonabile in sicurezza e pertanto la gestione dovrà continuare per un ulteriore periodo… Reiterata produzione di percolato e, anche se in misura minore, di biogas”, afferma nel 2011 l’ingegner Stefano Busana, il collaudatore chiamato a verificare il sito dove sorgeva la discarica. Una fase post operativa che, secondo una delibera della provincia di Vicenza, dovrà durare almeno fino al 2027. Peccato, però, che il tracciato della superstrada veneta passi proprio a ridosso dell’ex discarica.
La Pedemontana Veneta: opera da oltre 2 miliardi
Il progetto della Superstrada Pedemontana è stato inserito per la prima volta nel Piano regionale dei trasporti del Veneto nel lontano 1990. Dopo una serie di vicissitudini legali, e migliaia di esposti dei comuni contrari alla realizzazione, nel 2011 avviene la posa della prima pietra e, salvo imprevisti, l'infrastruttura dovrebbe collegare nel 2020 Montecchio Maggiore a Spresiano, in provincia di Treviso. Un’arteria viaria a pagamento lunga quasi 95 chilometri, la più grande opera pubblica attualmente in cantiere in Italia. Incaricato di realizzare l’opera è il consorzio Sis di Torino, che avrà in concessione la superstrada per 39 anni, trascorsi i quali passerà alla Regione Veneto. Il costo della superstrada? Oltre 2 miliardi di euro, finanziati in parte con obbligazioni emesse dalla società costruttrice e per 614 milioni dallo Stato.
La prima denuncia nel 2015
E’ dal 2015 che Sonia Perenzoni denuncia la situazione nell'ex discarica di Montecchio Maggiore. “Ogni volta che la trivella tornava su, portava con sé i rifiuti”, ricorda Perenzoni. Ma nonostante diverse interrogazioni ed esposti, i lavori sono proseguiti. Pochi giorni fa, la consigliere pentastellata ha chiesto all'amministrazione comunale l’interruzione dell’opera per verificare lo stato di salute del territorio e l’eventuale presenza di rifiuti tossici interrati nel sottosuolo. “Esiste il rischio concreto – sottolinea Perenzoni – che il percolato dei rifiuti rinvenuti durante i lavori abbia inquinato e continui a inquinare la falda acquifera sottostante".
Per la Regione Veneto è tutto in regola
Per i responsabili dei lavori della superstrada, intervenuti nella seduta del Consiglio comunale in cui si discuteva l’interrogazione della Perenzoni, è tutto in regola. “L'Arpav ha svolto gli ultimi campionamenti nell'acqua di falda a valle della discarica nel dicembre 2017 – ha spiegato Paolo Campaci, direttore bonifiche ambientali della Regione – e i livelli di ammoniaca e di altri inquinanti erano ampiamente al di sotto dei limiti di legge. L’agenzia ha quindi escluso la necessità di bonificare l’area dell’ex discarica perché i rifiuti urbani conferiti più di trenta, quarant'anni fa non sono ritenuti pericolosi”. Campaci, inoltre, ha negato che la discarica fosse abusiva, come invece sostiene Perenzoni.
“I rifiuti siano stati portati via per garantire la solidità del terreno su cui poggerà il manto stradale e non per la loro pericolosità”, ha dichiarato Elisabetta Pellegrini, nominata l'anno scorso dal governatore Luca Zaia a capo della struttura di progetto Pedemontana veneta. “I rifiuti – ha aggiunto – non sono pericolosi, ma anche se lo fossero, non andrebbe imputata la responsabilità al consorzio costruttore in quanto sono stati posti lì quarant'anni fa”. “Il Comune di Montecchio non ha potere di bloccare i lavori – ha avvertito Pellegrini – se non pagando danni notevoli”.
Spiegazioni che non convincono Perenzoni. La consigliere comunale intende proseguire la sua battaglia e ha chiesto all'amministrazione di Montecchio Maggiore di specificare la quantità e il tipo dei rifiuti asportati fino ad oggi e, soprattutto, dove sono andati a finire. “Stanno mettendo delle lastre di cemento per coprire per sempre i pilastri e con essi anche i rifiuti. Così nessuno vedrà più niente e, tra un po’, tutti avranno dimenticato questo scempio”, conclude indignata.