Pdl deciso al contrattacco: “Inaccettabile la decadenza di Berlusconi”
Cinque ore di vertice ad Arcore per fare il punto della situazione, cinque ore per mettere da parte i "miti consigli" delle colombe (e dei suoi avvocati), cinque ore per serrare i ranghi e dettare la nuova (aggressiva) strategia politica. È il vertice della svolta quello che si è concluso nella tarda serata di ieri ad Arcore e che, oltre ad un Silvio Berlusconi che ormai non nasconde più la sua irritazione ed il suo nervosismo, ha visto protagonisti i figli Marina e Piersilvio, gli avvocati Ghedini e Longo ed i dirigenti di spicco del Popolo della Libertà, su tutti Angelino Alfano e Gianni Letta, le "colombe della prima ora" che alla fine saranno costrette a cedere.
Infatti, dal vertice esce un Pdl in stato di guerra, con un vero e proprio ultimatum inviato a Governo e Quirinale: o si garantisce l'agibilità politica per Silvio Berlusconi (con commutazione della pena e soprattutto con il voto contrario della Giunta per le Elezioni del Senato sulla decadenza del Cavaliere) oppure salta tutto e si precipita verso una crisi al buio. Una linea che non sarebbe passata senza il tentativo delle "colombe" (tra cui anche Lupi e Schifani) di ammorbidire la posizione del Cavaliere, con la constatazione della possibilità di pretendere un esame approfondito dalla Giunta e dunque mesi di stallo e di relativa tranquillità dell'azione politica di Berlusconi e del lavoro del Parlamento. Ma alla fine a prevalere è stata la linea intransigente, quella che punta a mettere con le spalle al muro il Quirinale, facendo capire che il partito è pronto finanche a sostenere la prova delle urne.
E così si è giunti alla posizione ufficiale, esplicitata proprio da Alfano: "Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica. Tutti insieme rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare sulla questione democratica che deve essere affrontata per garantire il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi".