PD, polemiche sui capilista alle europee: Emiliano e Nicolini ritirano la candidatura
All'indomani della Direzione del PD, nel corso della quale Matteo Renzi ha deciso di candidare capolista cinque donne, l'atmosfera nel partito non è delle più serene. Ad alcuni, infatti, il "blitz" del segretario non è andato affatto giù, essendo stato visto come l'ennesima forzatura: già ieri il gruppo siciliano del partito aveva storto il naso di fronte alla decisione di "silurare" Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, a beneficio di Caterina Chinnici e con l'esclusione dalla circoscrizione di Antonello Cracolici e di Giuseppe Lumia. Scelte fatte a quanto pare da Renzi in persona che hanno suscitato la reazione furiosa della Nicolini, che ha fatto sapere di voler rinunciare alla candidatura contestando un metodo a suo dire non abbastanza trasparente. Poco dopo è stata la volta di Cracolici, che in una conferenza stampa convocata in fretta e furia all'Ars ha spiegato di essere stato "vittima di una rappresaglia messa in opera dal circo Barnum della pseudo antimafia che sta operando in Sicilia da qualche tempo. Sono stato tolto dalla lista – ha aggiunto Cracolici – senza un perché. Non c'era nessuna regola statutaria che poteva giustificare la mia esclusione".
Ma a suscitare maggiore preoccupazione agli "stati generali" del PD è la contestazione del sindaco di Bari, Michele Emiliano: inizialmente il primo cittadino era stato indicato come capolista della circoscrizione sud, ma successivamente era stato scalzato da Pina Picierno. La decisione non è andata giù a Emiliano che, come è nel suo stile, non le ha mandate a dire. "Renzi – ha dichiarato – è specializzato in elettroshock. Il messaggino mi è arrivato alle due di notte. Dopo che per un mese e mezzo avevo girato mezza Italia dicendo che avrei guidato la lista, alle due di notte ho appreso del cambiamento. Non era nelle mie intenzioni candidarmi, Renzi mi ha chiesto di fare il capolista e io ho obbedito. A questo punto dico che non c'è bisogno che io mi candidi alle Europee. Ho detto a Renzi che è inutile mandarmi in Europa quando appartengo alle truppe d'assalto. Io non disubbidisco al partito, ma non è una mia esigenza". Per Renzi, dunque, una brutta gatta da pelare: ha tempo solo fino al 16 aprile, giorno in cui le liste verranno presentate ufficialmente.