Partiti i test universitari. Tutti in fila, sognando il camice a medicina
Partono in un clima di accesa polemica, i test per l'ammissione alle Università. A rompere gli indugi ieri sono state le prove d'ingresso a economia ed ingegneria. I quiz di sbarramento vengono svolti per la prima volta nella storia dell'ateneo tecnico con l'obiettivo di «garantire ai nostri giovani una scuola seria e meritocratica» ha spiegato Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino. Ma la storia del "numero chiuso" non va giù a Codacons e Unione degli Universitari. L'associazione dei consumatori ha fatto appello alla Consulta che dovrebbe decidere sulla paventata incostituzionalità degli «assurdi ed antistorici» test d'ingresso per gli aspiranti "dottori". Per l'UDU, invece, è inconcepibile che gli studenti debbano mettere mano al portafoglio (dei genitori) per un diritto, dal momento che le prove di ammissione sono tutte rigorosamente a pagamento. In tal senso, da una ricerca di Skuola.net è venuto fuori che i test a medicina valgono qualcosa come 4,5 milioni di euro. Un vero e proprio business. Per questo motivo l'UDU promette per quest'oggi un flash mob davanti a tutti gli atenei italiani, durante i quali saranno esposti cartelli stradali raffiguranti il classico "divieto d'accesso", con all'interno della banda bianca la scritta "università".
Per medici e odontoiatri oggi è arrivato il giorno per il quale hanno passato l'estate sui libri. I test d'ammissione a Medicina e Chirurgia sono sicuramente i più discussi, come abbiamo già visto nei giorni scorsi con il pezzo sul primario "bocciato" con 15 errori. La prova consta di 80 domande a risposta multipla su argomenti di cultura generale: 40 di logica, 18 di biologia, 11 di chimica e 11 di fisica. «I quiz sono una buona verifica – spiega la Conferenza permanente dei presidenti di corso di laurea in medicina – le domande di cultura generale e di ragionamento logico sono allineate con le competenze degli studenti della scuola secondaria superiore e con gli standard internazionali». Ai nastri di partenza ci sono 77 mila ragazzi (e non) che sperano di ottenere uno dei quasi 11mila posti disponibili per diventare uno studente di medicina. Le domande sono quasi 5mila in più rispetto a quelle di tre anni fa, ma solo un candidato su 8 riuscirà ad entrare all'agognato corso di laurea.
Proseguendo con gli altri corsi di laurea, domani 5 settembre sarà la volta dello stesso test d'ammissione in Medicina e Chirurgia, ma in inglese. E anche qui è boom di iscritti: 4.332 candidati contro i 1.852 dello scorso anno. Il 6 settembre affronteranno il test a numero chiuso i possibili futuri architetti, saranno in 30mila per 8.720 posti. Sbarramento pure per i veterinari, 9mila candidati per 918 posti, che si troveranno di fronte ai quiz il prossimo 10 settembre. L’11 settembre sarà la volta dei test per le professioni sanitarie, tra cui infermieristica e tecnico radiologo. Laconico è Michele Orezzi dell'Unione degli universitari. «Siamo il Paese che ha l'istruzione superiore sottochiave, con il 55 per cento dei corsi a numero chiuso. E gli studenti respinti, oltre al danno di vedere le proprie prospettive lavorative infrante, subiranno la beffa di aver pagato per poter effettuare il test soldi che non vedranno più perché trattenuti dagli atenei per fare cassa».