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Parte il Festival dell’impegno civile nel cementificio confiscato ai Casalesi (VIDEO)

I beni confiscati alla camorra in Campania sono 1918, l 14,82% del totale nazionale. La regione si colloca al secondo posto, dopo la Sicilia, per la quantità di strutture sottratte alla criminalità organizzata. Sono numerose le difficoltà nella loro gestione, soprattutto per le aziende che rischiano il fallimento. Il Festival dell’impegno civile porta nelle case che erano dei boss dibattiti sulla legalità e sul riutilizzo economico e sociale dei simboli del potere della malavita.
A cura di Alessio Viscardi
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Il festival dell'impegno civile

Parlare di legalità nelle ville e nelle aziende dei boss della camorra. Parte la sesta edizione del Festival dell'impago civile in Campania, due mesi di incontri che si svolgeranno nei beni confiscati alla camorra e che quest'anno ha come tema un nuovo nodo che l'amministrazione giudiziaria si trova a fronteggiare: la confisca di aziende e realtà produttive.

Le aziende confiscate ai clan di camorra sono qualche centinaio, spesso falliscono poco dopo l'instaurazione dell'amministrazione giudiziaria per due fattori fondamentali. Il primo, si tratta spesso di aziende illegali, che non rispettano le normative in materia di tutela dei lavoratori – spesso ci sono decine di assunti in nero – né quelle sull'infortunistica, adoperano materiali di scarsa qualità e detengono il monopolio delle forniture pubbliche grazie al potere delle armi e della corruzione; quando le si mette a norma, non riescono più a sostenere i prezzi del mercato. Il secondo, e più pericoloso, è che le banche effettuano una terribile stretta creditizia non appena l'azienda torna in mano allo Stato, chiedendo il rientro dei prestiti erogati nel corso del tempo ai camorristi.

Un incontro nella Beton Calcestruzzi confiscata al clan Iorio dei Casalesi. Discutono i magistrati anticamorra Antonio Ardituro e Raffaello Magi, il responsabile di Libera Campania, Valerio Taglione, gli amministratori giudiziari dell'azienda e il presidente della commissione regionale ecomafie e beni confiscati Tonino Amato. "Il tema di quest'anno sono le aziende confiscate, che per noi devono diventare una concreta opportunità di lavoro" ci dice Taglione. "Eventi come questo sono segnali di una lotta alla malavita che non si fa soltanto nei tribunali" continua il pm Ardituro. "La era risposta alla camorra è riuscire a far funzionare i beni confiscati" afferma Tonino Amato.

"Il 50% del mercato casertano è inquinato dalle aziende legate ai clan di camorra" afferma il magistrato di Cassazione, Raffaello Magi. Ma c'è anche speranza, come ci ricorda l'ex-sindaco di Casal di Principe, Renato Natale: "Ci sono stati anche imprenditori eroici che sono riusciti a sopravvivere, tra difficoltà e sacrifici, in questa terra martoriata.

La proposta dei sindacati per la salvaguardia delle aziende confiscate viene presentata da Cgil e Cisl, come ci dice il segretario regionale Filca, D'Ambrosio: "Bisogna che la Regione Campania emani una legge che preveda una norma di solidarietà tra le imprese, in modo da destinare a quelle confiscate parte degli appalti vinti dalle altre, garantendo nel contempo la cassa integrazione per i dipendenti".

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