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Parma, omicidio come Arancia Meccanica: imbottiti di coca, nella banda anche un fumettista

Tra i sei uomini che martedì hanno ucciso il tunisino Mohamed Habassi anche il fumettista Alessio Alberici. La banda ha usato mazze da baseball e spranghe e torturato la vittima.
A cura di D. F.
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Un'azione degna di Arancia Meccanica: è quella messa in atto dai sei membri della banda hanno seviziato, torturato e lasciato morire dissanguato Mohamed Habassi, il 33enne tunisino trovato morto martedì mattina nella sua casa di Basilicagoiano, in provincia di Parma. I sei, ora detenuti nel carcere di via Burla, erano imbottiti di sostanze stupefacenti e superalcolici quando nel cuore della notte si sono presentati a casa della vittima per convincerlo a lasciare l'appartamento. Da diversi mesi, dopo il decesso della fidanzata, il 33enne aveva smesso di pagare l'affitto e malgrado lo sfratto non aveva ancora abbandonato lo stabile.

A capo della tremenda spedizione punitiva Luca Del Vasto, 46 anni, titolare di un bar della provincia di Parma e compagno della padrona di casa. Insieme a lui Alessio Alberici, 42 anni, fumettista molto conosciuto a Parma, e quattro operai rumeni residenti nel parmense assoldati per partecipare al raid. Stando a quanto ricostruito dai Carabinieri, i sei hanno fatto irruzione nell'abitazione armati di mazze da baseball, spranghe di ferro e tenaglie. Il tunisino è stato colpito a turno da tutti i componenti della banda e Del Vasto avrebbe infierito su di lui tagliandogli con una pinza il mignolo di un mano e l'alluce del piede destro. Una spedizione punitiva brutale durata quasi mezz'ora con le urla della vittima udite chiaramente non solo nello stabile ma anche nelle palazzine adiacenti.

La chiamata ai carabinieri è scattata quando era ormai troppo tardi: quando i militari sono giunti sul posto infatti Mohamed Habassi era già morto. Il primo ad essere stato arrestato è Alberici, che ancora vagava in stato confusionale nei pressi dell'abitazione, quindi è stata la volta degli altri membri del commando. Per tutti ora l'accusa è di concorso in omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. A lasciare perplessi nel frattempo è anche la domanda sul perché nessuno abbia dato prima l'allarme. Se l'è chiesto anche il Procuratore Capo di Parma Antonio Rustico: "Se qualcuno invoca aiuto con grida strazianti è chiaro che bisogna telefonare alle forze di polizia".

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