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Parigi ricorda gli attentati del 13 novembre, Hollande rende omaggio alle vittime

È iniziata alle 9 allo Stade de France la commemorazione solenne delle vittime del 13 novembre 2015. Per tutta la giornata verranno scoperte lapidi nei luoghi di Parigi in cui un anno fa vennero uccise 130 persone.
A cura di Susanna Picone
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Per Parigi è il giorno del ricordo delle vittime degli attentati del 13 novembre 2015. A un anno dalla strage nella capitale francese il presidente Francois Hollande ha aperto questa mattina alle 9 le commemorazioni degli attentati svelando una targa allo Stade de France, dove è stata uccisa la prima delle 130 vittime del commando jihadista dell'Isis. Davanti alla porta D, dove morì il 63enne Manuel Dias, autista di un pullman che aveva accompagnato un gruppo di tifosi alla partita Francia-Germania, Hollande, al fianco del primo ministro Manuel Valls, ha scoperto una lapide senza pronunciare alcun discorso. Il figlio della vittima, Michael, dopo un minuto di silenzio e la deposizione di una corona di fiori ha letto un testo in memoria del padre ricordando il suo arrivo dal Portogallo, a 18 anni: “Mio padre era la prova vivente che l'integrazione è possibile e necessaria”. Successivamente, il presidente Hollande si è spostato nel XI e nel X arrondissement dove ha scoperto, insieme alla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, lapidi davanti ai bistrot delle stragi di un anno fa. Prima davanti alla Bonne Biere, uno dei bistrot colpiti, poi nella zona del Petit Cambodge, Hollande e Hidalgo hanno sostato durante la lettura dei nomi delle vittime.

Al Bataclan anche dei sopravvissuti – Le celebrazioni si chiudono al Bataclan, dove durante un concerto furono uccise il maggior numero di persone inclusa la ricercatrice italiana Valeria Solesin. Bataclan che ieri sera, dopo un anno di silenzio, è tornato a cantare con Sting. “Stasera abbiamo due compiti – ha detto il cantante britannico parlando in francese – onorare i morti e ricominciare a vivere. Non li dimenticheremo”. Tra i 1500 spettatori in sala nella serata di riapertura c’era anche Aurélien, un giovane cuoco francese che ha deciso di tornare nel luogo in cui ha perso il suo migliore amico e dove lui stesso si è salvato: “Essere qui è un dovere”, ha detto il ragazzo che per almeno venti minuti finse di essere morto.

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