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Papa Francesco a un uomo gay: “Dio ti ha fatto così e ti ama così”

“Juan Carlos, che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei”. Sono le parole che Papa Francesco avrebbe detto in un colloquio privato a un uomo cileno, a lungo vittima degli abusi di un prete pedofilo. Parole non smentite dalla chiesa che, dunque, sarebbero vere.
A cura di Davide Falcioni
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"Juan Carlos, che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei". Sono le parole, dalla portata in qualche modo rivoluzionaria per il mondo cattolico, che Papa Francesco avrebbe detto in confidenza a Juan Carlos Cruz, un uomo gay cileno che fin da bambino è stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete pedofilo e che nei giorni scorsi al quotidiano spagnolo El Pais ha raccontato i retroscena di un incontro privato avuto con il Santo Padre circa 15 giorni fa, poco prima delle dimissioni in blocco dei vescovi del paese coinvolti in uno scandalo pedofilia di cui non era stato messo al corrente neppure il capo della Chiesa Cattolica, Jorge Bergoglio. Secondo il Guardian quello del Papa è stato "probabilmente il più sorprendente commento di accettazione dell'omosessualità mai pronunciato dal capo della Chiesa cattolica romana".

La storia di Juan Carlos Cruz è simile a quella di molti altri bambini cileni: venne ripetutamente violentato da padre Fernando Karadima, oggi 87 anni, ma quegli abusi furono occultati per decenni dalle gerarchie ecclesiastiche del paese sudamericano, che al contrario bollarono le vittime come pervertiti o, nella migliore delle ipotesi, bugiardi. Greg Burke – portavoce della Santa Sede – fino ad oggi non ha confermato se le parole di Cruz riflettano realmente il senso della sua conversazione col Papa. Non è però arrivata neppure una smentita, e di fatto non è la prima volta che a Francesco viene attribuita un'apertura importante della chiesa sull'omosessualità. Cinque anni fa a un giornalista che gli chiedeva conferme sull'esistenza di una presunta lobby gay in Vaticano, Francesco rispose: "Chi sono io per giudicare?". Un'altra volta nel 2016 Bergoglio aggiunse: "Lo ripeto, anzi ripeto il Catechismo della Chiesa cattolica: i gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si può condannare qualche manifestazione offensiva per gli altri. Ma il problema è che con una persona di quella condizione, che ha buona volontà, che cerca Dio, chi siamo noi per giudicare? Dobbiamo accompagnare bene, è quello che dice il Catechismo".

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