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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Pamela, i genitori attaccano la comunità: “Forse qualcosa di male è accaduto lì dentro”

I genitori della 18enne ritrovata a pezzi in due trolley si interrogano su quanto accaduto nella comunità di recupero da cui la giovane è scappata: “Quando fai i bagagli e lasci un posto hai avuto per forza un problema”.
A cura di Antonio Palma
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"Temiamo che qualcuno le abbia fatto qualcosa di male lì dentro", così per la prima volta i genitori di Pamela Mastropietro, la 18enne romana ritrovata a pezzi in due trolley a Pollenza, in provincia di Macerata, attaccano la comunità di recupero di Corridonia dove la giovane si stava disintossicando dalla droga prima di scappare via pochi giorni prima della sua  morte violenta a Macerata. A parlare è stata la mamma di Pamela, Alessandra Verni, durante un'intervista rilasciata insieme all'ex marito Stefano Mastropietro a  Bruno Vespa durante la registrazione di Porta a Porta di. A ribadire il concetto è stato anche il papà di Pamela che così ha spiegato le perplessità della famiglia sulla vicenda: "Quando fai i bagagli e lasci un posto hai avuto per forza un problema".

Su quale tipo di problemi possa aver avuto in comunità Pamela, i due non si sbilanciano. "Pensiamo dal più piccolo problema a quello più grave cioè che qualcuno le abbia fatto del male", ha spiegato Alessandra Verni, secondo la quale anche l'iniezione di droga potrebbe essere stata opera di altri. Per la mamma di Pamela "può essere stato il nigeriano ad averle detto comprami questa siringa, mi serve" perché la 18enne la sostanza stupefacente non l'ha mai assunta per endovena. "Lui è padre, ha una bambina piccola, non so come l'abbia ingannata" ha aggiunto. Il riferimento è Innocent Oseghale, il nigeriano nella cui casa sarebbe avvenuto i delitto e per q1uesto indagato insieme ad altri tre connazionali

"La inalava o la fumava. Non ha mai usato una siringa: questo è un dato di fatto, una certezza. Per questo escludiamo che possa essere morta per overdose" hanno spiegato i due genitori, ribadendo di nuovo il concetto che la giovane non può essersi drogata con una siringa. Rispondendo poi proprio alle parole di Oseghale, che tramite il suo avvocato aveva detto voler riabbracciare la figlia e la sua compagna, i genitori di Palema hanno replicato: "Anche noi vorremmo riabbracciare nostra figlia, e se fosse successo a tua figlia? Perché l’hai fatto? Se tu rimani lì ad assistere a quello scempio, tu sei complice uguale agli altri se non fai nulla".

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