Palermo, staccati testa e parte del busto alla statua di Giovanni Falcone
Gravissimo episodio nelle scorse ore a Palermo. Un gruppo di persone, al momento ignote, si sono scagliate contro la statua dedicata a Giovanni Falcone, il giudice antimafia ucciso nel 1992 nell'attentato di Capaci, danneggiandola pesantemente, prima di scappare. La scultura si trova davanti alla scuola intitolata proprio al giudice del primo pool antimafia di Palermo, Giovanni Falcone, nel quartiere popolare dello Zen.
Alla statua in particolare è stata staccata la testa e un pezzo del busto e poi i due pezzi sono stati usati come una specie di ariete per danneggiare l'istituto scolastico. La parte di statua divelta infatti è stata scagliata contro il muro e la vetrata della porta d'ingresso mandandola in frantumi. Ad accorgersene questa mattina è stato un bidello che, giunto sul posto poco dopo le 7, ha notato i danni e ha subito avvertito la direzione scolastica e la polizia. Sul posto sono accorsi gli agenti che hanno trovato per terra la testa della statua. L'atto vandalico con ogni probabilità è stato messo in pratica nelle ore notturne mentre la scuola era chiusa. Sul caso comunque è intervenuta anche la magistratura apprendo un indagine conoscitiva per identificare i responsabili dell'episodio e accertare le reali motivazioni che hanno spinto gli autori a compiere il gesto.
Successivamente è stato dato alle fiamme anche un cartellone con una immagine di Giovanni Falcone posizionato davanti i cancelli della scuola Alcide De Gasperi e che faceva parte di un gruppo di altri cartelloni che erano stati realizzati nei giorni scorsi dagli studenti della scuola di piazza Papa Giovanni Paolo II. Lo ha reso noto il Comune di Palermo.
L'episodio ha scatenato l'immediata reazione del mondo politico e delle amministrazioni locali che hanno condannato il gesto. Immediata anche la condanna dalle istituzioni nazionali. In primis dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria" ha scritto su Twitter il Premier.
Purtroppo non è la prima volta che i monumenti dedicati ai due giudici Giovani falcone e Paolo Borsellino vengono presi di mira nel capoluogo siciliano. Negli anni scorsi diversi episodi sono stati scoperti dalla polizia o denunciati dai cittadini. Nel 2010 le statue dei due magistrati uccisi nelle stragi mafiose degli anni '90 furono divelte nel centro della città, in via Libertà, mentre nel 2012 fu la volta proprio del busto di Giovanni Falcone posto all’ingresso principale dell’istituto dello Zen, che fu danneggiato. In quel caso al busto era stato rotto il naso e scarabocchiato, poi i vandali si introdussero a scuola continuando la devastazione.