Pagamenti in contanti sopra i 3mila euro: cosa potrebbe cambiare con il governo Conte
Le prime mosse del governo guidato da Giuseppe Conte hanno visto, finora, piena conformità di vedute tra le due anime dell’esecutivo: MoVimento 5 Stelle e Lega. La prima frattura arriva tra i due leader – Luigi Di Maio e Matteo Salvini – su una questione su cui i due sembrano pensarla in maniera diametralmente opposta: l’abolizione del tetto del contante. Ad oggi, è vietato pagare in contanti cifre superiori ai 3mila euro. Una soglia che il segretario della Lega vorrebbe eliminare: “Fosse per me non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole”, ha affermato ieri Salvini. Ma la sua posizione non è condivisa da Di Maio che questa mattina ha ricordato come il punto non sia stato inserito nel contratto di governo: “Lavoriamo su altri fronti”, è la formula usata dal vicepresidente del Consiglio per liquidare la questione.
La divergenza tra le due posizioni è stata sottolineata da più parti. Ci ha pensato anche Forza Italia, con la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, che si chiede “quale sarà la linea dell’esecutivo”. E le parole di ieri di Salvini sono state criticate, soprattutto da parte del centrosinistra. Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ha ricordato come il tetto all’uso del contante sia stato introdotto “per combattere un pezzo importante dell’evasione”, definendo un “errore clamoroso” un eventuale passo indietro sul tema. Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali, parla di un “messaggio devastante per gli onesti e una manna all’Italia dei troppi evasori fiscali e delle cosche che ricicliamo i soldi sporchi”.
Come funziona il tetto al contante e cosa potrebbe cambiare
Il decreto legislativo 90/2017 (la normativa anti-riciclaggio) ha introdotto una soglia massima di 3mila euro per il trasferimento del contante. Non si può quindi trasferire contante o titoli al portatore (come gli assegni senza indicazione del beneficiario) tra privati senza ricorrere a soggetti autorizzati come le banche, per quanto riguarda importi superiori ai 3mila euro. Il divieto serve ad avere più tracciabilità sui pagamenti e a contrastare le operazioni pagate in nero e quindi l’evasione. Con un maggiore uso del contante il rischio è quello di ‘nascondere’ la corruzione e l’evasione.
Molti paesi – anche e soprattutto in Europa – stanno cercando da tempo di eliminare l’uso del contante, incentivando l’uso di pagamenti digitali e di carte di credito. Le classifiche europee sulle transazioni avvenute con carte di credito mostrano come l’Italia sia indietro rispetto agli altri paesi del continente. Uno studio del Politecnico di Milano inserisce l’Italia al 24esimo posto su 28 paesi, con 220 miliardi di euro di transazioni con carte avvenuto nel 2017. La media è di poco più di 50 transazioni l’anno per ogni cittadino italiano. Dietro all’Italia, in questa classifica, ci sono solo Germania, Grecia, Romania e Bulgaria, ma il discorso riguardante la Germania è diverso perché lì si ricorre spesso all’utilizzo dell’addebito diretto su conto corrente, a sfavore delle carte.
La stessa classifica mostra come il Paese in cui vengono effettuate più transazioni è la Danimarca (328), seguita dalla Svezia (317) e Finlandia (279). La media europea è di 118 transazioni l’anno, dato ben più alto di quello italiano. Il Sole 24 Ore spiega come in Italia vengano pagati in contanti circa il 40-50% dei consumi. Una quota che potrebbe aumentare nel caso in cui vengano autorizzati, come vorrebbe Salvini, anche i pagamenti in contanti per cifre superiori ai 3mila euro. Alla fine Salvini potrebbe accantonare questa proposta, così come potrebbe – all'estremo opposto – proporre di eliminare del tutto la soglia o, ancora, innalzarla a una cifra superiore rispetto a quella prevista oggi.