Padre accoltella le figlie poi tenta il suicidio. Muore la più piccola
Ennesimo delitto familiare nel catanese. Stamattina, a San Giovanni La Punta, all'alba, Roberto Russo, 47 anni, ha accoltellato le due figlie Marica e Laura, di 12 e 14 anni. Si è salvata la maggiore, mentre per la più piccola non c'è stato nulla da fare. Secondo la ricostruzione, l'uomo, sposato con una donna di 43 anni Giovanna Zizzo, si sarebbe scagliato in preda ad un raptus sulle piccole mentre dormivano, colpendole più volte con il coltello. In casa erano presenti anche gli altri due figli di 17 e 22 anni che, in vano, hanno cercato con tutte le forze di trattenere il padre. Sono riusciti infine a disarmarlo, aiutati dallo zio, il fratello di Russo, quando era ormai troppo tardi. Al momento dell'aggressione, alle 7 di stamattina, non era presente in casa la moglie del 47enne. L'uomo ha successivamente tentato di togliersi la vita con lo stesso coltello, procurandosi una ferita all'addome. È ora ricoverato in ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per le lesioni riportate, ma è stato dichiarato fuori pericolo dai medici. Non si conoscono i motivi che lo hanno spinto ad aggredire ferocemente le due figlie e non è chiaro se avesse intenzione di assalire anche gli altri due figli o la moglie. I carabinieri sono ora al lavoro per raccogliere tutti gli elementi di prova necessari all'indagine e le testimonianze di vicini e familiari. Trovato dai carabinieri del Ris di Messina un biglietto che potrebbe fare luce sui motivi del folle gesto. Nella abitazione dei Russo in Via della Regione a San Giovanni La Punta i carabinieri dei Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina hanno ritrovato un biglietto firmato dal quarantasettenne. Il documento è stato acquisito dal pm a capo dell'indagini per omicidio Agata Santonocito, che ha mantenuto riservato il contenuto.
Le indagini: moglie aveva lasciato l'uomo pochi giorni prima
"Ieri sera ho visto mio marito, ero tornata a casa per salutare i ragazzi ed era tranquillo", ha commentato la moglie di Roberto Russo, ancora in stato di choc per una tragedia senza senso che ha definito "inimmaginabile". Giovanna Zizzo, aveva lasciato suo marito da qualche giorno, per questo non era presente quando l'uomo ha aggredito le due figlie. La separazione recente potrebbe aver influito sullo stato d'animo di Roberto Russo, aggravando un malessere preesistente e mollando gli ultimi freni che trattenevano l'uomo dalla furia scatenata sulla sua famiglia e su se stesso. Probabilmente anche a causa di questa frattura familiare le due sorelle Marika (14) e Laura (12), morta stamattina sotto i colpi di quel coltello, erano molto unite. "La mia vita sei tu" scriveva Marica alla sorellina sulla sua pagine Facebook lo scorso 2 luglio. Chi conosceva Roberto Russo lo descrive come una persona tranquilla e disponibile. Sconcertato un commerciante locale: "Era una persona per bene" – dice – "aveva avuto problemi perché due anni fa aveva perso il posto di lavoro dal momento che la società per cui lavorava aveva chiuso". Gli aveva proposto di fare qualche piccola riparazione all'impianto elettrico del suo negozio. "Era uno che sapeva fare tante cose" aggiunge.
Tragedia di Catania, le condizioni della ragazza ferita
Lotta tra la vita e la morte Marica, la figlia quattordicenne sopravvissuta alle coltellate, operata d'urgenza all'ospedale Garibaldi di Catania per le ferite infertele dai fendenti e per la recisione di un'arteria. Dopo l'intervento la ragazza è stata trasferita nel reparto di Rianimazione i cui hanno medici hanno scelto di tenere riservata la prognosi.
Violenza familiare, due tragedie in pochi giorni
Si tratta dell'ennesimo omicidio avvenuto in ambito familiare in cui un padre, probabilmente in condizioni psichiche precarie, aggredisce i figli. È, infatti, solo di pochi giorni fa la notizia dell'omicidio di Collemarino (Ancona) in cui ha perso la vita piccola Alessia, la piccola di 18 mesi accoltellata a morte da suo padre, il macchinista Luca Giustini, ricoverato ora in un ospedale psichiatrico dove è sorvegliato a vista dal personale medico nel timore che, realizzata la gravita delle sue azioni, possa farsi del male.