Pace fiscale, cambia la rottamazione delle cartelle: come saldare il debito col Fisco
L’approvazione del decreto fiscale, arrivata insieme alla legge di Bilancio tra le tante polemiche interne al governo, ha introdotto la rottamazione ter, ovvero la terza edizione della definizione agevolata che consente ai contribuenti di saldare il proprio debito pendente con il fisco. Il decreto prevede inoltre un’importante novità anche per chi ha aderito alla scorsa edizione della rottamazione delle cartelle, la seconda: per tutti questi contribuenti si passa ora alle nuove regole, quelle stabilite con la rottamazione ter. Il vantaggio per chi deve pagare è duplice: da una parte ci sarà più tempo per sistemare la propria posizione e dell’altra si va incontro a un taglio degli interessi. A spiegare tutte le novità è un vademecum pubblicato dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione sul suo sito.
Il decreto fiscale stabilisce che i contribuenti possono pagare gli importi scaduti (a luglio, settembre e ottobre) entro il 7 dicembre. Con la pace fiscale, queste persone potranno approfittare delle condizioni previste dalla rottamazione ter, riguardante i carichi dal 2000 al 2017. In sostanza, dunque, chi paga entro il 7 dicembre per aver aderito in passato alla rottamazione bis, rientra nei benefici della ter, ovvero proprio il taglio degli interessi e anche la possibilità di rateizzare tutto in cinque anni per un totale di dieci rate (una con scadenza 31 luglio e una 30 novembre). Il tasso di interesse, invece, scende dal 2% allo 0,3%.
Chi ha aderito alla definizione agevolata e non ha saldato le prime due rate scadute a luglio e settembre, quindi, può regolarizzare la sua posizione entro il 7 dicembre ed entro lo stesso termine dovrà pagare anche la rata che inizialmente era stata fissata per il 31 ottobre. Poi, senza dover fare nulla, verrà contattato dall’Agenzia delle Entrate nel caso in cui dovrà pagare anche nel 2019. L’Agenzia invierà entro il 30 giugno 2019 una comunicazione con l’importo residuo da pagare, ripartito in dieci rate di pari importo. Se si pagherà in ritardo, gli interessi calcolati saranno dello 0,3%.
Se non si rispetta la data del 7 dicembre, però, per i contribuenti non ci sarà più modo di versare le rate della rottamazione bis. A quel punto sarà di nuovo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a prendersi carico delle procedure e non si potrà ricorrere alla definizione agevolata per i carichi in questione. Per quanto riguarda, invece, la vera e propria rottamazione ter, la domanda si può presentare entro il 30 aprile, concedendo a chi ancora non aveva aderito alla definizione agevolata la possibilità di approfittare della sanatoria per il periodo che va dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.
Come pagare le rate della rottamazione
Per effettuare il pagamento si devono utilizzare i bollettini delle rate di luglio, settembre e ottobre che i contribuenti hanno ricevuto insieme alla comunicazione delle somme dovute per la rottamazione bis. Una copia della comunicazione è reperibile nell’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In ogni caso, è possibile richiedere una copia compilando un form, inserendo il proprio codice fiscale e allegando la documentazione necessaria. I sistemi di pagamento sono vari: in banca, online, alle poste, agli sportelli bancomat, agli sportelli dell’Agenzia, nei punti Sisal e Lottamatica e attraverso l’internet banking.