P4, il Pdl corre ai ripari sulle intercettazioni: si rispolvera il Bavaglio?
Una sorta di pioggia acida che sta formando un vero e proprio mare quella dei verbali di intercettazioni e interrogatori relativi all'inchiesta P4. La “nuova loggia super-segreta”, come l’hanno definita i pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, invischiata nella magistratura, nelle polizie, tra gli 007, nelle imprese pubbliche e private, nei mass media e soprattutto nella politica tiene banco ormai da giorni sui principali quotidiani italiani. Lorenzo Cesa; Raffaele Fitto; Mario Baccini; Salvatore Nastasi; Elisabetta Gardini; Denis Verdini; Michaela Biancofiore, Alberto Michelini; Clemente Mastella; Giuseppe Galati; Roberto Sambuco, Stefania Prestigiacomo,Daniela Santanché e Franco Frattini: carte alla mano, sono questi i 15 contatti che più frequentemente contattavano Luigi Bisignani, definito già temerariamente da alcuni il "premier ombra". E la maggior parte di questi sono proprio uomini del primo ministro, quello vero, Silvio Berlusconi. In più c'è un certo Gianni Letta che ha rivelato di sapere dell’indagine della Procura di Napoli ancor prima che la notizia divenisse di dominio pubblico. Naturalmente tramite il faccendiere "amico di tutti". Per non parlare del deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto direttamente nell'inchiesta P4 e su cui pende una richiesta di arresto.
Così dal Pdl oggi è partita l'offensiva contro le intercettazioni con l'obbiettivo di correre ai ripari rispolverando quel ddl che più volte nel recente passato è tornato alla ribalta. La cosiddetta “Legge bavaglio”. L'idea, secondo alcuni esponenti pidiellini, è arrestare "l'abuso che si fa delle loro pubblicazioni sui giornali anche quando non hanno alcuna rilevanza penale".
In tal senso si è espresso il neo segretario del Pdl, Angelino Alfano: "Tutte le intercettazioni che leggiamo oggi sui giornali oltre a non essere penalmente rilevanti, non sono gratis". Anzi, secondo il guardasigilli, intervenuto nel corso di una tavola rotonda in Confindustria, "il debito accertato nei confronti delle ditte e degli operatori telefonici è di un miliardo di euro". Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Fabrizio Cicchitto: "E' uno scandalo, perché è una operazione mirata e a senso unico. Nei mesi passati l'operazione è stata fatta su Arcore, oggi attraverso Bisignani: sono stati intercettati alcuni ministri e altri uomini politici con l'evidente obiettivo di destabilizzare il Pdl", salvo poi ammettere che "il problema c'è, poi come procedere sarà un elemento di riflessione. È un gioco al massacro che va fermato".
Dunque nel Pdl il tema della stretta alle intercettazioni potrebbe essere ri-calendarizzato. Ma in ogni caso le intenzioni del partito "azzurro" potrebbero non bastare per tradurre i desideri in legge. C'è infatti da misurarsi con la Lega che a Pontida ha chiaramente fatto intendere di non essere più aperta a sostenere al buio ogni proposta della maggioranza sul tema giustizia. A tal proposito qualcuno dalle parti di Via Bellario ha già fatto sentire la sua voce, inutile dirlo, discordante: “Forse abbiamo scoperto che Bisignani era l’uomo del quarto potere e si è davvero aperto uno squarcio", ha detto Roberto Castelli al programma “la Zanzara” su Radio 24. "In questo caso infatti – prosegue il leghista, ex Ministro della Giustizia – trovo utili le intercettazioni sbattute sui giornali in questo modo. Mi hanno aperto gli occhi su una percezione che ho sempre avuto di un potere non definito che non risiedeva solo a Palazzo Chigi”.