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L’ospedale di Padre Pio rischia di fallire: debito di 123 milioni di euro

A rischio migliaia di posti di lavoro e il funzionamento di una struttura di altissima qualità, che garantiva 57 mila ricoveri all’anno. Il segretario dell’Uspi lancia l’allarme: “La Santa Sede e Vendola facciano qualcosa o chiudiamo”.
A cura di Davide Falcioni
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A San Giovanni Rotondo – dove il Vaticano ha costruito una chiesa dedicata a San Pio di Pietralcina con una cripta interamente d'oro massiccio – c'è un ospedale (sempre voluto dalla Chiesa) in perdita di ben 123 milioni di euro e a rischio fallimento. E' quanto denunciato da Massimiliano  Di Fonso, segretario confederale del sindacato Usppi: "Il Direttore Generale della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo – ha dichiarato –  faccia chiarezza sui bilanci e sulla reale situazione economica-finanziaria dell’Ospedale Ecclesiastico. Da quanto perviene da fonti  dell’Assessorato alla salute della regione Puglia, la Casa Sollievo della Sofferenza non sarà in grado di poter continuare la propria opera se non arriveranno interventi regionali per ripianare i debiti". Naturalmente a rimetterci sarebbero le migliaia di pazienti della struttura.

"Se questi debiti  non saranno ripianati dalla Regione – ha continuato Di Fonso – e se Casa Sollievo non dovesse vincere i ricorsi innanzi al Tar per circa 138 milioni di Euro, ci si ritroverà a dover necessariamente presentare un Piano Industriale che ovviamente porterà centinaia di lavoratori in mezzo alla stradaFaccia chiarezza la Santa Sede, così come la Regione Puglia che con il suo piano di risanamento sanitario ha portato le cliniche private della stessa Regione al Baratro".

I numeri parlano chiaro:  sono 2.600 i dipendenti fra il  nosocomio e servizi di fornitura, in quello che nel Sud è considerato il primo centro di eccellenza per la ricerca scientifica e che mette insieme ogni anno 57 mila ricoveri, di cui il 17 per cento provenienti da altre regioni italiane.

Per l'Uspi la perdita di 123 milioni di euro non potrà che peggiorare a causa del piano di rientro dal deficit sanitario imposto dal governo all’amministrazione regionale: nel 2010, meno 17,8 milioni; nel 2011, meno 12,3 milioni e per il 2012 si parla di disavanzo “ineluttabile”.

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