Orrore in strada: bocconi avvelenati fanno strage di animali: 15 cani uccisi in poche ore
Orrore e sconcerto tra gli abitanti della piccola comunità di San Sofia d’Epiro, in provincia di Cosenza, che da alcuni giorni è protagonista di un assurdo quanto crudele gesto che ha fatto strage di animali nel paesino. Qualcuno senza scrupoli infatti si è divertito a sparpagliare bocconi avvelenati per le strade del paese con l'intento di uccidere quanti più animali possibili ed è arrivato in questo modo a sopprimere ben 17 cani in poche ore. A denunciare l'accaduto è stata la sezione locale dell’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) che ha immediatamente intrapreso procedure legali presentando anche una denuncia alla procura della Repubblica che quindi ha aperto un fascicolo.
I decessi sono avvenuti sabato scorso sia in proprietà private, sia sul territorio pubblico e non si esclude che in strada possano esserci altri bocconi avvelenati e per questo l'Oipa ha richiesto al Comune, alla Prefettura e all'Azienda sanitaria provinciale la bonifica del territorio. Altri casi sarebbero avvenuti nei giorni scorsi ma fortunatamente senza altre vittime tra gli animali. Del caso si stanno occupando ora i carabinieri ipotizzando il reato di crudeltà e uccisione di animali. Al momento si attendono gli esami tossicologici inviati all’istituto di zooprofilassi per capire il tipo di veleno utilizzato per compiere la strage di cani ma i bocconi avvelenati poterebbero comunque esser un pericolo anche per le persone e i particolare per i bambini.
Per questo l'Opia a chiesto aiuto alla cittadinanza locale invitando tutti ad aiutare gli inquirenti segnalando eventuali movimenti anomali in paese. "Si chiede ai cittadini del comune di Santa Sofia di voler riferire e informare qualsiasi situazione utile alle indagini degli inquirenti oltre al nucleo di GEZ OIPA. Facciamo appello alla coscienza di tutti, animalisti e non, affinché cessino questi atti barbari ed efferati nei confronti di povere anime indifese" si legge nel comunicato.