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Orrore a Damasco: una bimba di 8 anni usata come kamikaze per un attentato

Una bambina di otto anni sarebbe stata usata come kamikaze in un attentato in un commissariato di polizia a Damasco. Lo riferiscono fonti siriane filogovernative. La piccola è morta, mentre almeno un agente è rimasto ferito.
A cura di Susanna Picone
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L'esplosione che oggi ha scosso una stazione di polizia a Damasco, capitale della Siria, sarebbe stata provocata da una bambina di appena otto anni. Una bambina che è stata fatta saltare in aria con indosso una carica esplosiva. A riportare la notizia è l’agenzia governativa siriana Sana, che comunica anche che i terroristi avrebbero fatto entrare la piccola kamikaze in una stazione di polizia nel quartiere di Midan e a quel punto avrebbero azionato l’ordigno a distanza. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato la notizia dell’esplosione ma non l’età del kamikaze. Una fonte della polizia ha detto ad Al-Watan che la bambina sembrava persa e che avrebbe chiesto di usare il bagno quando l'esplosivo è stato fatto detonare. La piccola è morta nell’esplosione mentre almeno un agente di polizia è rimasto leggermente ferito. Secondo altre fonti, oltre alla bambina sarebbero rimaste uccise anche altre tre persone.

Il dramma dei bambini in Siria – Intanto ad Aleppo il regime siriano ha sospeso l'evacuazione dei civili e dei combattenti dell'opposizione dalle ultime zone ancora in mano ai ribelli lasciando così migliaia di persone intrappolate. E dall’Unicef arrivano dati drammatici riguardo i bambini della città. Secondo Anthony Lake, direttore generale Unicef, nelle ultime ventiquattro oltre 2700 bambini sono stati evacuati da Aleppo orientale, alcuni dei quali malati, feriti o senza i genitori. “Tuttavia – ha spiegato – centinaia di altri bambini vulnerabili sono ancora intrappolati in questa parte della città e rischiano di morire se non saranno evacuati in breve tempo”. “L'Unicef e i suoi partner sono in attesa, pronti a evacuare questi bambini. Imploriamo tutte le parti coinvolte nel conflitto di permetterci di portarli in salvo”, ha aggiunto il direttore Unicef.

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