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Orfini convoca Assemblea del Pd il 7 luglio. E Calenda presenta il Fronte Repubblicano.

Calenda presenta il manifesto politico del suo Fronte repubblicano per superare il Pd: “Quello che bisogna fare è una grande lista civica nazionale – diciamo così per semplicità – che possa mobilitare il Paese nel profondo, cosa che il Pd non riesce più a fare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Bisognerà cambiare classe dirigente e progetti. Questa è la ragione per la quale domani farò uscire un Manifesto politico di questo Fronte. Quello che bisogna fare è una grande lista civica nazionale – diciamo così per semplicità – che possa mobilitare il Paese nel profondo, cosa che il Pd non riesce più a fare perché impegnato in una diatriba interna che non interessa a nessuno". Lo ha detto questa sera Carlo Calenda al Tg1.

Dopo la debacle alle ultime elezioni amministrative, finite con un flop per il Pd ai ballottaggi, la discussione su come affrontare la crisi si è polarizzata nel partito: da una parte c'è chi, come Calenda pensa a costituire un soggetto politico che vada oltre il Pd; e dall'altra cè chi pensa che la via congressuale, anche se lunga, sia l'unica strategia per la ricostruzione. Il presidente del partito Matteo Orfini ha convocato l'Assemblea per il 7 luglio, per stabilire appunto la data del Congresso, nonostante Matteo Renzi fosse di diverso avviso: avrebbe voluto attendere le europee del maggio 2019.

Questa la probabile road map: all'ordine del giorno all'Assemblea ci sarà probabilmente l'elezione a segretario di Maurizio Martina, con il mandato di aprire una fase programmatica tra ootobre e novembre, e celebrare congresso e primarie entro marzo 2019. Dopo le dimissioni di Renzi l'alternativa sarebbe stata quella di convocare subito il congresso da concludere con le primarie entro il 2018. Ma quest'ipotesi, secondo Orfini, avrebbe comportato subito uno scontro sui nomi, mentre la base ha chiesto un periodo di discussione e di coinvolgimento dei circoli.

Ok al congresso quindi, per dare un segnale di reattività dopo la sconfitta del 4 marzo, ma preceduto da una fase programmatica, di ridefinizione di un Manifesto comune, a partire da quello di Veltroni del 2008.

Sono d'accordo con questo percorso Andrea Orlando, Cesare Damiano e Dario Franceschini e Nicola Zignaretti: primarie entro la primavera 2019, quindi, e un'Assemblea programmatica in autunno. Persino un renziano come Roberto Giachetti ha chiesto il congresso immediato, per "alzare l'asticella del confronto".

Il "superamento" del Pd invece rilanciato da Carlo Calenda, che ha ottenuto anche l'avallo di Romano Prodi su Repubblica, non piace dunque ai dirigenti del Pd, e non ha suscitato reazioni nemmeno in Leu, impegnata nella sua metamorfosi  da cartello elettorale a partito. Ma l'ex ministro dello Sviluppo economico è deciso ad andare fino in fondo.

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