Orfani di femminicidio, legge bloccata: rimpallo di responsabilità tra Pd e Forza Italia
L’appello del presidente del Senato, Pietro Grasso, sembra non aver avuto alcun effetto e il rimpallo di responsabilità tra Pd e Forza Italia fa rimanere nello stallo il ddl orfani che Grasso aveva chiesto di approvare in tempi rapidi solo pochi giorni fa. “Spero che si approvi al più presto il progetto di legge a sostegno degli orfani di femminicidio”, aveva detto Grasso riferendosi al testo approvato all’unanimità il primo marzo del 2017 alla Camera. In commissione Giustizia al Senato si stava discutendo il provvedimento con l’obiettivo di approvarlo in sede deliberante, ovvero senza la necessità di far passare il testo dall’aula, accorciando così i tempi per la sua entrata in vigore. A luglio questa ipotesi si era arenata con l’opposizione di parte del centrodestra.
A oggi, dopo quasi tre mesi, la commissione Giustizia non ha ancora deciso se proseguire la discussione del testo in sede deliberante e intanto sono stati presentati 71 emendamenti e 13 ordini del giorno. La relatrice del testo in commissione Giustizia, Monica Cirinnà (Pd), accusa Forza Italia di non voler approvare la legge. Mentre Francesco Nitto Palma, senatore forzista che sta seguendo il testo in commissione, chiede di apportare delle modifiche alla legge che però, a suo parere, il Pd non vuole accettare per fini probabilmente propagandistici. E intanto, tra un rimpallo di responsabilità e l’altro, il testo rimane bloccato in commissione e l’appello di Grasso rimane inascoltato.
Cosa prevede il ddl sugli orfani di femminicidio
Il disegno di legge inizialmente era stato proposto da Mara Carfagna di Forza Italia che, per accelerare l'iter legislativo, ha in seguito deciso di smembrare il ddl e riproporre tutte le norme sotto forma di emendamento al testo di legge di Cappelli, senatore di Campo Progressista. Il disegno di legge prevede numerose tutele per gli orfani di femminicidio e di genitori uccisi nell'ambito di violenza domestica, ovvero quei figli che, a causa dell'omicidio del genitore e condanna dell'altro genitore o del convivente autore del reato, finisce con il rimanere solo, molto spesso in età scolare o addirittura pre-scolare e dunque privo della possibilità di provvedere a se stesso lavorando. Per questi minori, in caso di approvazione della legge, verrebbe offerto sostegno economico e psicologico.
Monica Cirinnà (Pd): ‘Fi si sta tirando indietro’
La relatrice del testo riferisce a Fanpage.it che il provvedimento “non è stato richiamato in commissione: siamo fermi senza notizie, purtroppo”. La senatrice del Pd è comunque fiduciosa: “Le possibilità di approvarlo ci sono tutte, l’importante è che il provvedimento sia richiamato e che i gruppi si esprimano. Il quesito è: si rientra in deliberante oppure no? Si va in fase legislativa in commissione oppure no? Finché non si sblocca questo, tutto il resto è noia”.
Le motivazioni per cui non si sblocca il provvedimento, secondo Cirinnà, andrebbero “chieste a Forza Italia: sono loro che hanno tolto il parere”. Intanto la relatrice assicura: “Tra martedì e mercoledì siamo di nuovo qui e porrò di nuovo il quesito del rientro in legislativa”. La volontà della senatrice del Pd è quella di non andare in aula per evitare una strada più lunga e incerta. “Se si va in aula, bisogna andare con il calendario dell’aula, siamo in fase di bilancio, ci si può arrivare o non arrivare. Chi vuole davvero questa legge la chiuda in deliberante in commissione Giustizia. Se Forza Italia vuole questa legge torni in legislativa”.
Monica Cirinnà si dice disposta a tutto per portare a casa il provvedimento e racconta ancora: “Io le ho provate tutte. Ho detto che recepivo alcune loro indicazioni anche utilizzando gli emendamenti della relatrice che sono emendamenti che si possono fare fino all’ultimo minuto. Se vogliamo parlare, parliamo perché vogliamo il provvedimento. Se vogliamo fare solo ostruzionismo è un film già visto”.
“Alla Camera – spiega ancora Cirinnà – questo provvedimento è stato votato all’unanimità. Si presume che quando un testo arriva così, si possa fare la commissione in sede deliberante proprio perché tutti i gruppi sono d’accordo. Quindi è Forza Italia che si sta tirando indietro, è Forza Italia che propone emendamenti, è Forza Italia che vuole cambiare il testo. Quindi ci dicessero perché non vogliono un provvedimento che tutela dei bambini”, attacca la senatrice del Pd.
La replica di Nitto Palma (Fi): ‘No a norme propagandistiche’
Francesco Nitto Palma, esponente di Forza Italia in commissione Giustizia di Palazzo Madama, spiega a Fanpage.it che il suo partito non ha una posizione diversa, ma ha presentato degli emendamenti “molto chiari”. Palma chiede un allargamento dell’applicazione della legge, estendendola a tutti i minori orfani e non solo quelli che hanno perso un genitore in caso di violenza domestica. “Secondo i calcoli dei nostri uffici questo allargamento costerebbe solo 200mila euro in più: non comprendiamo perché non si voglia accettare”, accusa il Pd.
“Ci sono alcune norme – argomenta riferendosi alle specifiche del testo – che sono prive di spese (come il sequestro del patrimonio dell’assassino), non possiamo comprendere perché non si voglia allargare agli altri minori, per esempio quelli che hanno perso un genitore a causa di una rapina”. E chiede: “C’è una ragione per cui evitate considerando che non c’è un impegno di spesa?”.
Il senatore di Fi contesta anche altri punti della norma: “Ad esempio il blocco dell’eredità a tutela del minore per noi è tecnicamente sbagliato perché si dovrebbe fare un blocca sulla quota concernente il minore e non tutte le quote dell’eredità”. O, ancora, il caso di assegnazione della casa del presunto assassino al minore senza sentenza definitiva di condanna: “Sarebbe una questione corretta se si dicesse che in caso di sentenza diversa l’assegnazione viene annullata".
Le problematiche tecniche che andrebbero risolte sono varie, secondo Nitto Palma: “Anche la storia del femminicidio non è corretta anche se capisco che è suggestiva. La norma parla di un genitore che viene ucciso da un altro genitore, o da un coniuge non genitore, in una unione civile e altro ancora. In sostanza solo uno dei casi possibili, tra tutti questi, è femminicidio. Si tratta di una semplificazione suggestiva”.
“Noi siamo pronti”, sostiene ancora il senatore di Fi, ma avverte: “Se è una norma propagandistica se la votano loro, se è seria noi siamo a disposizione. Rimane il fatto che sarà difficile spiegare in aula e alla gente il motivo per cui si dà tutela a un minore che ha perso un genitore a causa, per esempio, di un ex convivente e non si tutela il minore figlio di coloro che sono stati uccisi in altro contesto”. Palma dice di essere “assolutamente pronto a ritornare in sede deliberante a condizione che la legge sia tecnicamente valida e che non si presti per riserve mentali di tipo propagandistico-ideologico a disparità di trattamento. I minori devono essere tutelati fino in fondo”.
Il problema è molto semplice, secondo Forza Italia: “Vogliono una norma propagandistica? Allora noi siamo contrari. Se no siamo favorevoli. Essendo io completamente laico non ho nessuna preclusione per le unioni civili e le convivenze”, specifica tornando sulla polemica che avrebbe causato il rinvio della decisione in sede deliberante a luglio. “Non è vero” che ci siamo opposti a causa delle unioni civili, sottolinea.
“Noi siamo stupiti – conclude Palma riferendosi alla difficoltà di avere un dialogo su questi punti -. Dipende esclusivamente da loro. Io ho sempre detto che era un problema tecnico, poi c’è anche un problema politico di fondo perché noi vogliamo tutelare tutti i minori e siccome si tratterebbe di una spesa leggermente superiore non comprendiamo le motivazioni. Noi siamo pronti”.