Ora la Germania si prende “tutti” i rifugiati siriani
La Germania avrebbe deciso di sospendere le procedure di controllo attualmente previste per i profughi siriani, revocando gli ordini di espulsione già emessi nei confronti degli irregolari e modificando di fatto le linee guida previste dal Regolamento di Dublino, per quel che concerne l’obbligo dei rifugiati di chiedere la protezione internazionale nel Paese europeo di ingresso. In sostanza, dunque, si tratta di una specie di sanatoria nei confronti dei profughi siriani, considerando anche “l’invito” a non indagare sul percorso fatto dai profughi per raggiungere il territorio tedesco.
A riportare la notizia è Giornalettismo, che spiega:
Con una mossa inattesa l’Ufficio Federale per Migranti e Rifugiati (BAMF), ha diffuso una circolare interna che sospende la «procedura di Dublino» nei confronti dei siriani. Secondo la circolare, datata il 21 scorso, anche le procedure già iniziati saranno cancellate e in questo modo la Germania diventerà lo stato membro responsabile per l’analisi delle loro richieste d’asilo. Ai siriani che arrivano in Germania quindi, non sarà più dato il «questionario di Dublino», ma saranno iscritti senz’altro nelle liste dei rifugiati in attesa del vaglio della richiesta d’asilo
Maggiori dettagli li fornisce poi un approfondimento de Il Post:
Nel 2015 quasi la metà di tutte le richieste d’asilo presentate nell’Unione Europea sono state avanzate in Germania. Ad agosto il governo tedesco aveva già annunciato una revisione al rialzo della stima delle richieste d’asilo, che dovrà esaminare entro la fine del 2015: già oggi sono 400mila e prima della fine dell’anno saranno tra le 750 e le 800mila, un dato in crescita del 32 per cento rispetto al 2014.
La decisione della Germania viene letta da diversi analisti come una manovra per fare pressione sugli altri paesi europei che finora hanno utilizzato il protocollo del 1990 come base giuridica per rifiutarsi di accogliere e farsi carico di una quota equa di migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa e in fuga dalla guerra, dall’oppressione o dalla fame. La sospensione di questo accordo rappresenta anche una risposta diretta a una serie di manifestazioni di estrema destra che si sono svolte in Germania nelle ultime settimane contro i profughi e i migranti e che sono state condannate come «vili» dalla stessa cancelliera Angela Merkel.