Open Arms, Palazzotto: “Nessuna fake news, libici hanno lasciato volutamente i naufraghi”
Per il Viminale la versione di Proactiva Open Arms sulle operazioni di salvataggio condotte dalla Guardia costiera libica è una fake news, ma per il deputato di LeU Erasmo Palazzotto testimone dei fatti a bordo dell'Astral, le cose sono andate esattamente così: le donne abbandonate in mare insieme al bambino sarebbero state volutamente lasciate dalle motovedette in balia delle onde, perché nessuna delle due voleva tornare in Libia. Solo una delle due ce l'ha fatta: la donna sopravvissuta si trova adesso a bordo dell'Astral, in attesa di essere sbarcata e di ricevere assistenza. All'arrivo dei volontari sul luogo del naufragio il piccolo era già senza vita: era morto da poco.
Il deputato di Sinistra italiana ha smentito anche le dichiarazioni della Marina militare libica, che ha provato a negare tutto, sostenendo che le vittime fossero annegate prima dell'arrivo delle motovedette: "Il portavoce della Marina militare libica Ayoub Qassem afferma: ‘La guardia costiera libica ha recuperato tutti i passeggeri che erano sull'imbarcazione, prima di distruggerla e nessun migrante è rimasto in mare. Probabilmente alcuni migranti, tra cui donne e bambini, sono annegati prima dell'arrivo delle motovedette'. Mi pare che dopo questa dichiarazione sia confermata la versione della #OpenArms, a meno che non si creda che i corpi che abbiamo recuperato oggi abbiano raggiunto lo scafo ‘distrutto' a nuoto. La verità è che non avevano previsto che ci fossero testimoni e che noi fossimo li per salvarli.#Salvini dovrebbe avere a decenza di tacere e forse anche di dimettersi davanti alle menzogne che continua a raccontare al Paese".
Palazzotto ha spiegato che riferirà in Parlamento quanto ha visto: "Visto che non ha la decenza di tacere Salvini venga qui a vedere cosa accade in questo tratto di mare. Di cosa sono capaci i suoi amici libici e di quali sono le vere fake news. Magari da padre può venire a vedere che fine fanno i bambini da queste parti", ha twittato il deputato.
Le reazioni politiche
Il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso ha espresso il suo sostegno al deputato imbarcato insieme all'equipaggio di Open Arms: "Il nostro deputato Erasmo Palazzotto è lì con Open Arms. Mi ha descritto l'orrore di quei cadaveri in mare. Non c'è nulla da aggiungere. Fermiamo questa follia".
Gli fa eco il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, che ha inviato una nota: "Di fronte alle ridicole ricostruzioni della Marina libica e di fronte alla prepotenza dell'attuale ministro dell'Interno, a questo punto il governo italiano deve riferire nelle aule parlamentari. Saremo ben lieti con il nostro deputato Palazzotto di spiegargli cosa sta accadendo in quel tratto di mare, e le responsabilità della guardia costiera libica e anche del nostro Paese".
Sulla necessità di approfondire la questione è intervenuto anche l'ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio: "Non si può soprassedere su un episodio così grave, chiediamo che il governo riferisca quanto prima in aula". Per il capogruppo del Pd alla Camera "Oggi è avvenuto fatto gravissimo denunciato da una Ong: la Guardia costiera libica ha abbandonato in mare dei migranti facendo morire una donna e il suo bambino. Chiediamo – ha proseguito – che sia fatta piena luce su un episodio grave che si aggiunge a un numero di morti triplicato da quando è stata adottata la strategia di allontanamento delle Ong dalle zone dei naufragi, una strategia folle alla luce della diminuzione degli sbarchi. E' una strategia che non porta a nulla se non ad altra morte e sofferenza. Si ricominci a parlare di politica di immigrazione che non colpisca chi è in mezzo al mare che sia fatta di quote, di ricollocamenti e di aiuti nei paesi di partenza".
Matteo Orfini (Pd) su Twitter si rivolge direttamente al ministro degli Interni: "Una donna e un bambino lasciati morire. Dovresti tenere duro con i responsabili di questa tragedia non con chi li denuncia. #apriteiporti".
Sulla stessa linea Valeria Fedeli (Pd): "Nel Mediterraneo c'è stata un'altra tragedia. Dei morti in mare. Una donna e un bambino. E di fronte a questo il ministro degli Interni gioisce per quanto sta avvenendo e attacca le organizzazione non governative che cercano di evitare altre disgrazie. Invece di criminalizzare chi opera per salvare vite si adoperi per cercare soluzioni condivise e strutturali: quando si lasciano persone in mare, quando si chiudono i porti, quando si dice ai soccorritori di non intervenire non si governa un problema, ma ci si specula sopra solo per lucrare consenso. Ma farlo sulla pelle di persone inermi è una vergogna".
Emma Bonino, leader di +Europa, ha risposto alla dichiarazione di Matteo Salvini: "Bisogna resistere comunque a volgarità crudeli e gratuite. E reagire per quanto possibile".
Critica la vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia Mara Carfagna: "Il fenomeno epocale della migrazione va gestito con rigore e fermezza, ma senza dimenticare compassione e umanità. Le immagini che abbiamo visto oggi sui giornali e sui siti online hanno spezzato il cuore di tutti: è impossibile guardarle senza provare compassione e senza commuoversi. Bisogna fare accordi con i paesi di provenienza, progettare un piano Marshall per l'Africa. L'Europa dimostri di esistere nella solidarietà dovuta al nostro Paese. Perché è atroce la sorte non solo di chi annega, ma anche delle bambine che arrivano in Italia illegalmente e finiscono stuprate e torturate, vittime della tratta di esseri umani. Uno Stato severo non può e non deve essere uno Stato crudele".
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, evoca ancora la necessità del blocco navale: "Guardo la foto di un bambino esanime che galleggia accanto al corpo della mamma morta. E dico basta. Basta con la furia ideologica di chi incoraggia le partenze per speculare sull'accoglienza. Perché queste vittime innocenti di una speranza tradita sono sulla coscienza di quelli che si sono girati dall'altra parte per non raccontare della tratta di esseri umani che è in corso nel Mediterraneo. Dico basta e chiedo interventi definitivi per bloccare queste tragedie. E l'unico modo per farlo è attivare un blocco navale al largo delle coste della Libia: impedire ai barconi di partire, impedire alle persone di morire, è l'unico modo. E chi dice no è complice di queste tragedie".
Per il senatore del M5S Gregorio De Falco l'episodio di oggi avvenuto nel Mediterraneo ha confermato l'urgenza di formare e coadiuvare la Guardia costiera libica: "La morte della donna e del bambino è una tragedia umana su cui nessuno ha il diritto di speculare, su cui tutti abbiamo il dovere di riflettere concretamente per evitare che succeda ancora". Ma, ha ribadito: "Soccorrere chi rischia di morire in mare non è un'opzione individuale, è un dovere universale. Oggi più che mai risulta evidente l'urgenza e l'importanza di addestrare ed aiutare le componenti della Guardia Costiera libica ad operare secondo gli standard internazionali per garantire la sicurezza e i diritti umani dei migranti in Libia e dei naufraghi in mare, con il doveroso coinvolgimento dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Questa è la strada che l'Italia ha giustamente intrapreso e intende portare avanti per fermare l'ecatombe dei barconi della morte, in attesa di una regolazione complessiva dei flussi migratori. Una strada non facile ma doverosa e al momento ancora priva di alternative".