Ong, ‘Mare Jonio’: “20-30 migranti recuperati in mare sono stati riportati in Libia”
La missione della nave di ong e onlus, battente bandiera italiana, è già operativa: "Un gommone in difficoltà, con a bordo tra le 20 e le 40 persone, è stato riportato ieri in Libia". Questo è il comunicato inviato da ‘Mare Jonio', impegnata nella la missione ‘Mediterranea', che si occupa di "monitoraggio, racconto, denuncia" nel Mediterraneo.
Ieri pomeriggio, attorno alle 18, "la nave Mare Jonio di Mediterranea, nel corso delle sue attività di monitoraggio, ha ricevuto dall'aereo di ricognizione Colibrì di Pilotes Volontaires, che opera in partnership con Sea-Watch, la segnalazione di un gommone in difficoltà a 78 miglia dalla Libia, con a bordo tra le 20 e le 40 persone, secondo diverse fonti – si legge nella nota – come prevede la procedura, da bordo si è immediatamente provveduto a contattare Mrcc Italia, comunicando anche che ci stavamo dirigendo verso la zona individuata. Da Roma ci è stato risposto che il coordinamento dell'intervento era già stato assunto dalla cosiddetta Guarda costiera libica e che, in caso di bisogno, saremmo stati contattati da loro. Abbiamo provato quindi a metterci in comunicazione coi libici, ma non hanno mai risposto alle chiamate".
La nave dei volontari ha comunque deciso di "andare a verificare la situazione sul posto, facendo rotta sulla zona insieme alla nave Astral di Proactiva Open Arms, dopo avere avvertito Roma. Solo alle 22:10 Mrcc ha confermato che la Libia aveva operato l'intervento, intercettando il gommone. Le persone che erano a bordo sono state tutte presumibilmente ricondotte forzatamente sulle coste libiche". Alla missione sta partecipando infatti anche Astral, una delle navi di Proactiva Open Arms, salpata alcuni giorni fa dalla Spagna.
"Grazie alla nostra operazione di monitoraggio, al nostro essere in mare, possiamo raccontare che stanotte, come da mesi avviene in conseguenza degli accordi tra l'Italia e la Libia, altre persone naufraghe NON sono state portate in un porto sicuro, come prevedrebbero invece tutte le norme giuridiche, oltre che morali, che pongono la tutela dei diritti fondamentali sopra ogni cosa – conclude la nota – denunciamo quindi, stando a tutti i dati raccolti, che sono state invece forzatamente ricondotte a soffrire in un Paese dove troveranno solo violenza. Saranno nuovamente imprigionate, ricattate, sottoposte a condizioni inumane e poi rimesse su un gommone con grandi probabilità di colare a picco, come succede ogni giorno".
A bordo della nave italiana, partita per raggiungere le acque internazionali che separano le coste italiane da quelle libiche, è un'imbarcazione di 37 metri attrezzata anche per soccorrere, se necessario. L'equipaggio è composto da 11 persone e comprende appunto anche un team di soccorso. Come testimoni sono partiti anche il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto e la scrittrice Elena Stancanelli. I garanti dell'operazione sono Nicola Fratoianni, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto e Nichi Vendola. "In una situazione – ha scritto il board congiunto di Mare Jonio- che vede da una parte un dramma senza fine nel Mar Mediterraneo a pochi chilometri dalle nostre coste e dall'altra la mistificazione della realtà con l'avanzare aggressivo dei nazionalismi e dei razzismi, la nostra scelta è attivarci, impegnarci concretamente, agire. Essere dove rischia la vita chi affronta in mare enormi pericoli: per noi questa è oggi la scelta giusta". Mediterranea è stata avviata anche grazie a Banca Etica, che ha concesso il prestito per poter avviare la missione.
Su ‘Mare Jonio' anche la bandiera di Palermo
Anche la bandiera di Palermo è stata issata, insieme a quella dell'Europa e a quella italiana, sulle navi che partecipano alla missione ‘Mediterranea'. A comunicarlo è il sindaco, Leoluca Orlando, che ha partecipato oggi alla manifestazione di solidarietà nei confronti della nave ‘Aquarius' e del sindaco di Riace Domenico Lucano, arrestato martedì scorso per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: "Palermo si conferma in prima fila nell'impegno per i diritti di tutti e di tutte, soprattutto per il supremo diritto alla vita che con l'operazione ‘Mediterranea' si vuole tutelare nei nostri mari", ha spiegato Orlando.