Omicidio Vasto, il padre di Italo D’Elisa: “Sono mortificato per questo atto osceno”
“Non ho parole, sono mortificato anche per la persona che ha fatto questo atto osceno”: a parlare, a poche ore di distanza dalla tragedia di Vasto, è il padre di Italo D’Elisa, il ragazzo di ventidue anni ucciso a colpi di pistola davanti a un bar della città da Fabio Di Lello. Una vendetta, quella di Di Lello, dopo che D’Elisa nel luglio dello scorso anno aveva ucciso investendo con l’auto Roberta Smargiassi, moglie dell’omicida. “Non lo doveva fare, mi dispiace”, dice il padre di Italo allontanandosi dalle telecamere. L’omicidio di Vasto ha sconvolto la città, che da ormai sette mesi chiedeva giustizia per un’altra persona, Roberta, uccisa in quel drammatico incidente stradale. Ci sono ancora in diversi punti della città gli striscioni dedicati alla donna, ma ora anche i fiori per Italo, ucciso dopo quella che il suo legale ha definito “una campagna d’odio”.
La dinamica del delitto di Vasto – È stata documentata la successione dei colpi sparati da Di Lello con la sua calibro 9 contro Italo D'Elisa davanti all'ingresso del Drink Bar caffè a Vasto. La videocamera di un locale nelle vicinanze del luogo del delitto ha ripreso tutta la scena: i due si sono parlati, poi è spuntata la pistola e gli spari. Tre i colpi che hanno centrato la vittima all’addome, a una gamba e al collo. Molto probabilmente quest'ultimo è stato quello mortale. Per oggi è stata disposta l'autopsia sul cadavere del giovane. Il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto Gabriella De Lucia, titolare dell'inchiesta, ha assegnato l'incarico a Pietro Falco, direttore di medicina legale della Asl Lanciano Vasto Chieti.
Il capo della procura replica all’arcivescovo: “Nessuna lentezza della giustizia” – Sulla drammatica vicenda di Vasto è intervenuto anche l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, che oltre a sottolineare il dolore per tre vite distrutte ha parlato anche della lentezza della giustizia. Pronta la replica del capo della Procura vastese, Giampiero Di Florio, secondo il quale non c'è stata alcuna “lentezza, ma anzi, al contrario, questo procedimento evidenzia la celerità di un tribunale come quello di Vasto nella trattazione dei processi: le indagini sono durate 110 giorni dalla data dell'incidente, l'udienza davanti al Gup era prevista il 21 febbraio: direi che ci sono tutti i tempi rapidi per arrivare a una sentenza, in meno di otto mesi”.