Omicidio Vasto, Di Lello era distrutto dal dolore: “Ogni giorno sulla tomba della moglie”
Dai primi giorni di luglio dello scorso anno, cioè da quando la sua amata Roberta è morta in seguito a un incidente stradale, Fabio Di Lello andava ogni giorno al cimitero. Ogni giorno si fermava davanti alla tomba della moglie per accarezzare la foto della donna che aveva sposato l’anno precedente, nell’ottobre del 2015. Gli amici dicono che da quel primo luglio, cioè da quando l’auto di Italo D’Elisa investì Roberta Smargiassi, Di Lello non si era più ripreso. Addirittura pare che a volte si fermasse anche a mangiare al cimitero, accanto alla tomba della moglie. Da quel giorno, inoltre, Di Lello – molto noto in città per i suoi trascorsi calcistici – aveva chiesto a gran voce giustizia. “Non dimentichiamo, lottiamo, perché non ci sia più un’altra Roberta”, diceva. C’erano state delle manifestazioni pubbliche, le preghiere, la fiaccolata in memoria di Roberta e per chiedere per lei giustizia. Di Lello voleva una giustizia veloce ed efficace ma aveva visto che finora nessuno aveva pagato per la morte di sua moglie, nessuno era stato arrestato né posto in stato di fermo per omicidio stradale. E così, dopo sette mesi, l’uomo ha deciso di farsi giustizia da solo, uccidendo a colpi di pistola il ragazzo che lo scorso anno aveva investito sua moglie.
Gli avvocati: "La morte di Roberta aveva profondamente turbato il nostro assistito" – Ha aspettato che D’Elisa uscisse da un locale della città, gli ha detto qualche parola e poi gli ha sparato uccidendolo. E anche in questa drammatica giornata, dopo l’omicidio, come ogni giorno è andato al cimitero dalla moglie, sulla cui tomba ha fatto trovare ai carabinieri la sua pistola. Poi si è costituito e ora si trova in caserma presso la Compagnia dei Carabinieri di Vasto assieme ai suoi avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Avvocati che laconicamente affermano: “Quella che si è compiuta oggi è un grande tragedia. È una vicenda delicata e aspettiamo prima di fare ogni commento che l'autorità giudiziaria faccia il suo corso. La morte di Roberta aveva profondamente turbato il nostro assistito”.