Omicidio Scazzi, processo al via il 10 gennaio: in aula ci saranno giornalisti e telecamere
10 gennaio 2012: in questo giorno ripartirà il processo relativo all’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e rinvenuta cadavere in un pozzo di Contrada Mosca. Le immagini di quel ritrovamento sono state pubblicate e saranno proiettate al Tribunale di Taranto nell’ambito del processo che si preannuncia come un nuovo caso mediatico, se possibile più di quanto non lo sia stato finora. Sono, infatti, oltre 50 gli operatori dell’informazione, tra giornalisti, fotografi e cameraman di 21 testate (agenzie, carta stampata e televisioni), che hanno chiesto di essere accreditati per seguire in aula il processo.
Trenta di loro, secondo quanto stabilito dal Presidente del Tribunale di Taranto, Antonio Morelli, potranno assistere direttamente dall’Aula Alessandrini: si tratta almeno di un rappresentante per testata mentre chi resterà fuori dall’aula potrà assistere al processo nel maxi-corridoio di fronte all’aula dove sarà allestita una sala stampa con uno schermo. Le telecamere di “Un giorno in pretura” registreranno le immagini e le proietteranno in diretta. Le uniche telecamere presenti in aula dovranno poi fornire il segnale audio-video anche alle restanti emittenti televisive. Gli altri posti a disposizione nell’aula saranno riservati al pubblico, compresi i familiari degli imputati.
Per l’omicidio di Sarah Scazzi sono imputate nove persone
Sono nove gli imputati del processo che sarà presieduto da Cesarina Trunfio, giudice a latere Fulvia Misserini e dai sei giudici popolari: coloro che restano ancora dietro le sbarre sono la zia e la cugina della piccola Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Le due donne devono rispondere, in concorso tra loro, di omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Lo zio Michele Misseri, con le sue molteplici confessioni e vittima nei giorni scorsi anche di atti vandalici, resta accusato insieme alla figlia e alla moglie di concorso in soppressione di cadavere. Per il fratello di Misseri, Carmine, e il nipote Cosimo Cosma resta l’accusa, insieme ai primi, di soppressione di cadavere ma la Cassazione ha ribadito nei giorni scorsi la mancanza di gravi indizi di colpevolezza a carico dei due. Tra gli altri imputati, infine, ci sono diverse persone che dovranno rispondere a reati quali la falsa testimonianza, il favoreggiamento e l’intralcio alla giustizia. Le accuse contro i tre avvocati coinvolti nell’omicidio sono invece cadute.