Omicidio Noemi, il giovane avrebbe premeditato di ucciderla giorni prima
L'omicidio di Noemi sarebbe stato preparato nei giorni precedenti, non si sarebbe trattato di un gesto improvviso. Gli inquirenti stanno ora indagando sulla tesi della premeditazione. Noemi Durini, la sedicenne di Specchia, in provincia di Lecce, che era scomparsa lo scorso 3 settembre, sarebbe stata uccisa perché il fidanzato non tollerava l'idea che lei interrompesse la loro relazione. Lo ha detto la Procura dei minori di Lecce, nel decreto di fermo con cui il 13 settembre ha stabilito per l'omicida la custodia cautelare. Si legge nel testo: "Cagionava la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l'uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà".
Il corpo della giovane è stato ritrovato, in seguito alla confessione del giovane diciassettenne di Alessano: il cadavere si trovava sotto un cumulo di pietre in una campagna nei pressi di Santa Maria di Leuca. La tac effettuata esclude la morte per un colpo in testa; sono stati trovati tagli sul collo.
Il ragazzo, reo confesso,verrà sentito alle 10:30, quando partirà l'interrogatorio di garanzia in una struttura protetta di Lecce. L.M. aveva confidato a un amico le sue intenzioni: si sarebbe ucciso o avrebbe ucciso Noemi. I due giovani, a bordo dell'auto del padre di lui, presa di nascosto, aveva fatto una passeggiata ripercorrendo i luoghi della costa salentina, dove tante volte si erano recati insieme. Prima di compiere il delitto il ragazzo si era poi fermato lungo la statale a Castrignano del Capo, per fumare una sigaretta, come documentano le telecamere di un istituto religioso. A quel punto, come si legge nel testo del decreto "Scendeva dall'auto insieme a Noemi con la quale si addentrava in un uliveto dove poi, approfittando di un momento propizio", l'avrebbe uccisa.
Il padre della vittima, Umberto Durini, ha accusato il padre del ragazzo. "Protegge suo padre, ha fatto tutto lui", ha urlato Durini fuori dall'abitazione del fidanzato della figlia. Per calmare l'uomo, che urlando cercava di entrare in casa, sono intervenuti i carabinieri.
Parla il parroco di Specchia
Don Antonio De Giorgi, parroco della chiesa "Presentazione Vergine Maria" di Specchia ha detto all'Adnkronos di aver incontrato varie volte i genitori della vittima: "Loro sono stremati, a questo punto. Naturalmente cerco di limitare un po' in miei interventi allo stretto necessario: spesso la mamma sta chiusa in camera, ha bisogno di riposo perché è veramente stremata da questa situazione. Ha manifestato il desiderio per quanto è possibile, che venga rispettato il carattere privato di questo dolore e che tutto non si trasformi in uno show, per usare le sue parole".
Il parroco ricorda che la comunità sta reagendo in maniera composta, e che non lascerà sola la famiglia di Noemi, che ora ha soltanto bisogno di giustizia: "E' una solidarietà, almeno questa è l'intenzione di tutti, che proseguirà anche dopo, nelle settimane e nei mesi successivi perché dovremmo aiutare anche la famiglia nel suo sforzo di ottenere giustizia per la figlia".