Omicidio Meredith, l’accusa: “L’alibi di Sollecito è falso, non era in casa al pc”
Ore 13.05 – il pm Crini: "Non regge l'alibi di Raffaele Sollecito" – Secondo il pg Alessandro Crimi il fatto che Sollecito abbia usato il suo pc nella sua casa, nella sera in cui Meredith veniva uccisa altrove (cioè nell'appartamento che la ragazza inglese condivideva con altre studentesse, tra cui Amanda) non è provato e anzi "costituisce un primo elemento per caratterizzare la cosiddetta falsità dell'alibi". Durante la requisitoria, Crimi ha poi fatto notare come l'ex studente pugliese abbia parlato al singolare, non menzionando quindi la presenza di Amanda Knox, e come comunque "questo elemento trova riscontri negativi".
E' iniziata questa mattina la quarta udienza per il processo bis d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto il 1° novembre 2007, che si tiene nella Corte d'Assise di Firenze. Grande attese per quanto dirà il sostituto procuratore generale Alessandro Crini nella requisitoria, al termine della quale saranno formulate le richieste per gli imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il processo quindi proseguirà con l'arringa dell'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, che dovrebbe parlare nell'udienza di domani. Sollecito fu condannato in primo grado con la studentessa americana, sua fidanzata all'epoca dei fatti, poi entrambi furono assolti in appello. Ma la corte di Cassazione ha stabilito che quel processo di Appello andava rifatto.