Omicidio Meredith, la sentenza venerdì. Pg: “Condannate Amanda e Sollecito”
Ore 20.55 – Amanda "è preoccupata" – "Sono molto preoccupata ma aspetto con fiducia". Questo il commento di Amanda Knox dopo aver appreso della richiesta del pg della Cassazione di confermare (con una riduzione di 3 mesi) le condanne a lei e a Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo ha detto il suo avvocato Carlo Dalla Vedova.
Ore 18.45 – La difesa di Amanda Knox: "Unico colpevole è Rudy Guede" – La sentenza dei giudici fiorentini che ha condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher "è sbagliata. Siamo di fronte a un gravissimo errore giudiziario che deve essere sanato". Lo ha detto l'avvocato Carlo Dalla Vedova, difensore, con il collega Luciano Ghirga, della ex studentessa americana, chiedendo ai giudici della Cassazione di annullare il verdetto di condanna emesso nel processo di appello-bis per il delitto di Perugia. Per Della Vedova unico colpevole dell'omicidio è l'ivoriano Rudy Guede, già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere con rito abbreviato: "Sul cuscino sono state trovate le impronte delle mani insanguinate di Rudy – ha rilevato l'avvocato – è la firma dell'omicida".
Ore 17.30 – “Confermare la condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito”. Il pg della Cassazione ha chiesto di confermare le condanne per Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher e di ridurre la pena di tre mesi ciascuno, per la prescrizione di un reato minore: la pena chiesta per Amanda Knox sarebbe di 28 anni e tre mesi e quella per Raffaele Sollecito per 24 anni e 9 mesi. Il procuratore generale ha definito corretta e adeguatamente motivata la sentenza d'appello della Corte di Firenze. La requisitoria è durata circa due ore.
UPDATE Ore 15 – Slitta la decisione della Cassazione. Slitta a venerdì la sentenza della Corte di Cassazione sul processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. Nella sua requisitoria il pg della Cassazione, Mario Pinelli, ha sottolineato come il verdetto dell'appello bis sia “pienamente osservante delle indicazioni ricevute dalla Cassazione” che aveva annullato le assoluzioni dei due imputati. Per il pg la sentenza dell'appello bis ha “correttamente evidenziato” come nell'appartamento di Perugia teatro del delitto “c'è stata la simulazione di un furto e l'abitazione è stata messa a soqquadro per depistare le indagini” e i cellulari della vittima “sono stati asportati perché squillando in casa, senza riposta, avrebbero potuto far scoprire prima il cadavere”. Per quanto riguarda la tesi difensiva, in base alla quale Guede si sarebbe introdotto nell'appartamento per rubare, il pg ha condiviso il verdetto di appello che ha escluso questo movente rilevando come “un ladro che ha sempre l'obiettivo di non essere scoperto non avrebbe lasciato tutte le tracce disseminate da Guede”, che è “addirittura andato in bagno a defecare”. Nella sua requisitoria il pg ha detto che “non vi fu alcuna colluttazione, a meno che non si voglia definire colluttazione la difesa di una vittima su cui inferiscono tre persone”. Il procuratore generale ha sottolineato che “a seguito dell'omicidio si diede corso ad una estesa attività di ripulitura selettiva”. Ha definito immune da censure la decisione di non ripetere gli accertamenti sul computer di Sollecito e adeguatamente motivata la decisione di non procedere magli esami antropometrici sulle immagini di una telecamera posta in via della Pergola. Raffaele Sollecito, come aveva annunciato, ha seguito l'udienza nell'Aula magna della Cassazione seduto in prima fila alle spalle dei suoi avvocati. Accanto a lui la sorella, Vanessa, e alle spalle il padre con la compagna, e la nuova fidanzata, Greta. C’è anche Patrick Lumumba, il proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox, e tirato in ballo dalla stessa americana per la morte della sua coinquilina.
Oggi la Corte di Cassazione potrebbe mettere la parola fine alla lunghissima storia giudiziaria di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i due ex fidanzati condannati in appello lo scorso gennaio per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Un omicidio avvenuto il primo novembre 2007 a Perugia, dove all’epoca dei fatti studiavano tutti i protagonisti della vicenda. Per la seconda volta il caso di Perugia approda alla Cassazione: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati prima condannati, poi assolti (la sentenza di assoluzione è stata poi annullata dalla Cassazione il 26 marzo di due anni fa) e poi nuovamente condannati per l’omicidio di Mez. Uno dei due ragazzi, Raffaele Sollecito, attenderà in aula la sentenza prevista per oggi, Amanda Knox invece è rimasta negli Stati Uniti, dove vive. Se i ricorsi dei loro legali (sono Luca Maori e Giulia Bongiorno per Sollecito e Luciano Ghirga e Carlo della Vedova per Knox) dovessero essere respinti le pene a 25 per Sollecito e 28 anni e sei mesi per la Knox diventeranno definitive: a quel punto il dispositivo verrebbe subito trasmesso dalla Corte alla procura generale fiorentina che dovrà attivare le procedure d’arresto per Sollecito e quelle per l’estradizione della Knox.
La Consulta deve esaminare i ricorsi di Knox e Sollecito – I due ex fidanzati Amanda Knox e Raffaele Sollecito si sono sempre detti innocenti. In carcere per l’omicidio di Meredith, condannato in via definitiva, c’è al momento Rudy Guede. I legali di Sollecito nel loro ricorso hanno parlato di sviste, lapsus ed errori grossolani nell’ultima sentenza di condanna, quelli di Amanda hanno contestato la “violazione della regola indiziaria” e come si è formato il “libero convincimento”. La famiglia della vittima, costituita parte civile, chiede invece che vengano respinti i ricorsi dei due imputati: i parenti di Meredith Kercher aspetteranno in Inghilterra la sentenza della Corte di Cassazione con la speranza che si metta fine al caso dell’omicidio di Perugia.