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Omicidio Loris, l’ex maresciallo che ha la “colpa” di abitare nel vecchio mulino

Distinto, elegante e scosso da questa tragica vicenda, così si è presentato ai nostri occhi l’ex maresciallo dei carabinieri, proprietario del mulino vecchio a Santa Croce Camerina, che è stato al centro della cronaca poiché, a pochi metri, è stato ritrovato il corpo del piccolo Loris.
A cura di Fabio Giuffrida
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L'omicidio del piccolo Loris ha scosso il paese di Santa Croce Camerina, da giorni assediato da giornalisti e forze dell'ordine. Ogni piccolo dettaglio in questa delicata vicenda potrebbe costituire una chiave di svolta; al momento la madre è in stato di fermo, in attesa che la richiesta venga convalidata dal gip. E, se da una parte l'avvocato del cacciatore ha chiesto ai giornalisti perché "bisogna criminalizzare l'intuito" del signor Fidone nell'aver trovato, "dopo diversi giri" il corpo di Loris, gettato in contrada Mulino Vecchio, dall'altra c'è un ex maresciallo dei carabinieri, Peppino Caggia, che improvvisamente si è trovato in mezzo ad una situazione che mai avrebbe potuto immaginare. Lo abbiamo incontrato in piazza a Santa Croce Camerina, non ha voluto lasciarsi inquadrare dalle nostre telecamere, probabilmente infastidito da questa eccessiva attenzione mediatica: un uomo che, da maresciallo, è stato premiato per il suo lodevole operato, che ha lavorato persino in Africa e che adesso, all'età di 87 anni (che non dimostra affatto, ndr), può certamente godersi gli ultimi anni della sua vita. Sempre elegante, cravatta, cappello e cappotto; distinto, disponibile e molto sensibile nel ricordare la moglie, morta 7 anni fa.

Il dolore per la perdita della moglie – Tutti i giorni l'ex maresciallo, o meglio "il maresciallo" perché "si è marescialli per tutta la vita", si recava al suo mulino per poter trascorrere qualche ora leggendo un giornale o ammirando il panorama delle campagne circostanti. Un mulino che non sarà di certo una suite di un hotel a cinque stelle ma che per lui ha "un valore affettivo inestimabile": non la venderebbe nemmeno se gli offrissero cifre molto elevate, ci confessa. Quel mulino per lui è la vita, le ricorda le settimane trascorse in estate con la moglie quando si recava lì per un periodo di relax dopo una stagione di stress, responsabilità e duro lavoro. Quello era, o meglio è, il suo mondo: lì non mancava o non manca niente, ci sono persino due frigoriferi che di recente ho dovuto riacquistare poiché qualche ladruncolo li avrebbe portati via. "Dopo che li ho acquistati, mi sono detto: perché l'ho fatto? Ora che me ne faccio di questi due frigoriferi nuovi?" ci ha confessato. In effetti in quel mulino trascorre appena 2-3 al giorno, non di più; poi l'uomo si divide tra la sua casa in paese e soprattutto il cimitero dove ogni giorno va ad omaggiare sua moglie, un dolore che – dopo 7 anni – ancora non è riuscito a smaltire.

Caggia non ha sentito niente – Stando alle prime ricostruzioni, il piccolo Loris sarebbe sparito la mattina di sabato scorso quando qualcuno potrebbe averlo ucciso, strangolato con fascette da elettricista, e subito dopo "gettato" nel canalone di contrada Mulino Vecchio, a pochissimi metri dal mulino di proprietà dell'ex maresciallo. L'orario in cui questo sarebbe accaduto è ancora difficile da stabilire con certezza, le indagini, infatti, proseguono e fare ipotesi o ricostruzioni sarebbe più che inopportuno. Ad ogni modo il signor Caggia quella mattina, così come ha sempre fatto, si trovava lì per qualche ora; e in quel mulino c'è ritornato anche nel primo pomeriggio andando via probabilmente intorno alle 16.30-17 per recarsi in piazza dove ogni giorno non perde mai la messa delle 18.30. Non ha sentito né automobili avvicinarsi né il cacciatore Fidone dare l'allarme ai carabinieri. E' stato semplicemente avvicinato da alcune forze dell'ordine che erano lì alla ricerca di un bambino, ma in quegli istanti quasi nessuno sapeva ancora della sua scomparsa. Soltanto mentre si trovava in chiesa, Caggia viene a sapere del tragico ritrovamento proprio vicino al suo caro mulino.

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