Omicidio Loris, ecco perché il cacciatore Orazio Fidone non è colpevole
A ritrovare il corpo del piccolo Loris è stato il "cacciatore" Orazio Fidone che, uscito di casa, ha raggiunto il Mulino Vecchio e ha dato l'allarme al 112 segnalando la presenza del bimbo di 8 anni strangolato con fascette da elettricista. Gli inquirenti indagano da settimane ma, al momento, non è stato ancora stabilito chi con certezza abbia ucciso Loris: l'accusa che è stata mossa alla madre Veronica Panarello è di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela e dalla crudeltà oltre che occultamento di cadavere. La donna, dal carcere, continua a professarsi innocente, come noi di Fanpage.it vi abbiamo documentato in un'intervista al deputato Andrea Vecchio (Scelta Civica), che è andato a trovarla in carcere. "E' impaurita e infreddolita su una branda del carcere" ha dichiarato ai nostri microfoni il deputato. In un primo momento, come ricorderete, le indagini si erano concentrate sul cacciatore, che aveva una sola "colpa": aver ritrovato il corpo del piccolo Loris. Dopo pochi giorni le attenzioni si sono spostate sulla madre, Veronica Panarello, attualmente in custodia cautelare in carcere. Come emerge dalla richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare eseguita dal pubblico ministero e firmata il 10 Dicembre alle 21.03, Orazio Fidone, nel pomeriggio di sabato 29 Novembre 2014, si sarebbe diretto "in direzione Punta Secca verso Punta Braccetto ove persistono dei canaloni per far defluire le acque e di essere stato spinto a fare ciò avendo ricordato di un incidente occorso in quella zona ad una persona. Poi, essendo stato un cacciatore, aveva battuto più volte quelle zone". Orazio Fidone, tra l'altro, ha dichiarato di "aver ispezionato altri punti del canalone ubicato nella citata zona periferica".
Orazio Fidone era al mercato con la moglie
Il cacciatore la mattina del 29 Novembre era stato assieme alla moglie al mercato settimanale di Vittoria: dunque non avrebbe mai potuto sapere o vedere quanto stava accadendo nell'abitazione della signora Panarello anche perché, come ha ribadito lo stesso Fidone, non ci sarebbe stato alcun rapporto con la famiglia Stival, a parte una conoscenza con il nonno, come ha confermato sia il suo avvocato, Pietro Savà, che il medico curante della Panarello il quale, ai microfoni di "Quarto Grado", ha confessato: "Il primo giorno in cui sono andato da Veronica, mi ha chiesto di portarle il ‘famoso' cacciatore che aveva trovato Loris. Gli ha chiesto ripetutamente come l'avesse trovato, in che condizioni, se gli avesse preso la mano, se gli avesse fatto una carezza, se Loris avesse ferite e come fosse vestito". La circostanza che Fidone fosse al mercato con la moglie è confermata "dalle dichiarazioni e dalla relazione di servizio di un luogotenente che testimoniava di aver incontrato Fidone e consorte all'interno del predetto mercato rionale". Un'ulteriore conferma arriva non solo dai tabulati telefonici acquisiti ma anche dall'acquisizione del tracciato GPS registrato dal sistema di localizzazione satellitare installato per uso assicurativo sull'auto di Orazio Fidone. Quest'ultimo, dati alla mano, ha ritrovato il corpo del piccolo Loris alle 16.50, la segnalazione di scomparsa, invece, era stata fatta alle 12.30 e l'orario stimato per la morte del piccolo Loris oscilla tra le ore 9 e le 10 di quel maledetto sabato mattina. "Gli inquirenti sono sulla strada giusta, io ne sto uscendo fuori. Ero lì (al Mulino Vecchio, ndr) per cercare il bambino. Degli Stival conosco solo il nonno" ha dichiarato il cacciatore. A rincarare la dose il suo avvocato: "Fidone è pronto a rifare lo stesso gesto. Ha trovato il bimbo dopo diversi giri, non è andato direttamente in quel posto. Ora volete criminalizzare il suo intuito? Fatelo pure. Poi ha un alibi di ferro perché, quando è stato ucciso il bimbo, si trovava in un altro posto. E' stato invogliato poi dalla moglie ad andare a cercare Loris".