Omicidio Loris, ecco i 4 motivi per cui la madre è colpevole (secondo la procura)
Sono quattro i punti principali sui quali si basa il quadro inquisitorio dell'accusa nei confronti di Veronica Panarello, la donna in carcere per l’omicidio del figlio Loris di otto anni. Gli spostamenti della donna desunti dalle telecamere, le dichiarazioni (false) di Veronica, le fascette stringicavo (“mezzo di produzione della morte”), il fragile quadro psicologico dell’indagata. Per quanto accaduto il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, nel ragusano, il Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha convalidato il fermo della mamma del bambino e applicato alla stessa la misura cautelare della custodia in carcere. I reati allo stato ascritti a Veronica Panarello sono quelli di omicidio volontario aggravato in danno del proprio figlio Andrea Loris Stival e di occultamento del cadavere.
Questo il documento della Procura dal quale si evince perché la donna è colpevole:
“La drammatica gravità dei fatti oggetto delle accuse mosse a Veronica Panarello impongono sobrietà e rispetto per i sentimenti di dolore e pietà che la vicenda suscita. Con questo comunicato stampa la Procura della Repubblica di Ragusa si limita pertanto a riepilogare – nell’ottica di una corretta informazione – i soli dati attinenti al procedimento giuridicamente ostensibili senza pregiudizio per le indagini tuttora in corso. Come è già noto, con ordinanza pronunciata ieri 12 dicembre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha convalidato il fermo di Veronica Panarello e applicato alla stessa la misura cautelare della custodia in carcere. I reati allo stato ascritti alla donna sono quelli di omicidio volontario aggravato in danno del proprio figlio Andrea Loris Stival e di occultamento del cadavere.
Perché Veronica Panarello è colpevole
Gli elementi principali posti dall’accusa a sostegno della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e largamente condivisi e valorizzati dal giudice possono riassumersi in ciò che segue:
- Il “pedinamento elettronico” effettuato dalle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti sul territorio comunale di Santa Croce Camerina che ha attestato in modo obiettivo gli spostamenti di Veronica Panarello la tragica mattina del 29 novembre, con particolare riferimento al passaggio dell’autovettura a lei in uso in quel frangente, per ben due volte, in estrema prossimità al luogo di successivo rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l’ora del decesso, come determinato in sede di consulenza medico legale, sia con l’azione di occultamento del corpo esanime
- L’assoluta inconciliabilità di tali obiettive risultanze con le dichiarazioni rese più volte dalla stessa innanzi alla Polizia Giudiziaria e ribadite anche in sede di interrogatorio da parte del Pubblico Ministero e del Giudice per le Indagini Preliminari
- La compatibilità del mezzo di produzione della morte, per dimensione e forma, con le fascette stringicavo presenti nell’abitazione della Panarello e dalla stessa consegnate, con implausibile giustificazione ed anomala tempistica, alle maestre di Loris
- Il fragile quadro psicologico della donna non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine quale possibile concausa della determinazione omicida
Si ritiene utile precisare, anche al fine di scongiurare un’enfatizzazione tragica di una vicenda già di per sé molto triste e dolorosa, che l’esito degli esami istologici effettuati ha escluso qualsivoglia traccia anche labile, recente o risalente, di abuso sessuale. Sebbene le investigazioni continuino incessanti al fine di acquisire tutti i possibili ed ulteriori elementi di ricostruzione e valutazione della vicenda, va manifestato sin d’ora un grande apprezzamento all’Arma dei Carabinieri ed alla Polizia di Stato di Ragusa per l’attività svolta con l’insostituibile collaborazione del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Roma e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma ed il supporto del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo e Catania, che hanno consentito di pervenire, in brevissimo tempo, ad un risultato investigativo la cui validità è stata confermata in prima sede giurisdizionale”.