Omicidio Irene Focardi: ergastolo per il fidanzato dell’ex modella
Davide Di Martino, 51 anni, è stato condannato all'ergastolo per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Sarebbe lui, secondo la corte d'assise di Firenze che ha quindi accolto la richiesta dell'accusa, il responsabile della morte di Irene Focardi, ex modella di 43 anni che aveva avuto una relazione con l’imputato. Irene Focardi scomparve da casa il 3 febbraio del 2015 e fu ritrovata cadavere il 29 marzo dello stesso anno. Il suo corpo era stato nascosto dentro un sacco e abbandonato in un canale di scolo a Le Piagge, alla periferia di Firenze.
L'ex modella Irene Focardi uccisa e gettata in un canale
Secondo l’accusa l’ex modella sarebbe stata uccisa dopo un litigio nella casa di Di Martino, che l’avrebbe prima picchiata e poi accoltellata. Poi l’avrebbe gettata in un canale di scolo a poche decine di metri da casa sua. Al momento del delitto Di Martino era ai domiciliari a seguito di una denuncia per maltrattamenti presentata dalla stessa Irene, che tuttavia non riusciva a rompere i rapporti con lui. L’uomo è stato condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per 8 mesi. La corte lo ha ritenuto colpevole anche di maltrattamenti. Di Martino, come sempre, era presente in aula per ascoltare la sentenza, arrivata dopo qualche ora di camera di consiglio.
Davide Di Martino ha respinto le accuse di omicidio
Prima della sentenza all’ergastolo l’uomo, che ha sempre negato di aver ucciso la ex compagna, aveva reso dichiarazioni spontanee: “Sono in carcere da 19 mesi e fuori c'è il responsabile dell'omicidio di Irene che se la ride alla faccia mia e degli inquirenti”. In aula in attesa della sentenza per l’omicidio di Irene Focardi c’era anche la mamma della vittima: “Lei – ha detto la donna riferendosi alla figlia – è sempre qui con me”. La condanna prevede anche 130 mila euro di provvisionale ai familiari della donna.
La difesa di Di Martino: “Grande delusione”
L’avvocato Massimo Megli, che difende Di Martino, ha parlato di “grande delusione” commentando la sentenza all'ergastolo. Nel corso del processo, ha precisato Megli annunciando il ricorso in appello, “non sono stati portati elementi idonei a sostenere l'accusa di omicidio”. Lo stesso Di Martino, secondo quanto spiegato dall’avvocato, era convinto di una soluzione positiva del processo poiché “essendo stato sempre presente in aula aveva percepito anche lui l'assoluta insufficienza del portato indiziario”.