Omicidio Giulio Regeni, Conte ad Al Sisi: “Insoddisfatti, ancora nessun concreto passo avanti”
"Nessun concreto passo avanti" nella soluzione del caso dell'omicidio di Giulio Regeni. Ad ammetterlo è stato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che a Pechino ha incontrato il leader egiziano Al Sisi. La tragedia del ricercatore friulano "è stata una delle cose più importanti di cui abbiamo parlato", ha detto il primo ministro italiano, spiegando che tuttavia "c’è insoddisfazione perché a distanza di tempo non c’è ancora nessun concreto passo avanti che ci lasci intravedere un accertamento dei fatti plausibile. Sono diversi anni che tentiamo varie iniziative – ha proseguito il presidente del Consiglio – Il modo più efficace per me per un risultato è spendere la mia influenza con il governo egiziano. Io parlo con Al Sisi, non con la magistratura”. “Continuerò su questa strada, non mi fermerò fino a quando non avrò una verità plausibile. Non verremo mai meno a questo impegno – ha concluso – arrivare a una verità giudiziaria che sia plausibile e che abbia risconti oggettivi e inoppugnabili".
La lettera dei genitori di Giulio Regeni a Giuseppe Conte
Proprio questa mattina Paola e Claudio Regeni, mamma e papà di Giulio, avevano rivolto dalle pagine di Repubblica un accorato appello affinché non si smetta di cercare la verità sulla morte dello studente, avvenuta al Cairo nel dicembre del 2016 in circostanze mai del tutto chiarite. "Signor Presidente Conte, le scriviamo perché leggendo un'Ansa abbiamo saputo che incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, al margine dei lavori del GT7 Forum, in Cina". I genitori di Giulio hanno quindi continuato: "Sono trascorsi ormai più di tre anni e assieme a tantissimi cittadini di tutto il mondo attendiamo di sapere i nomi di tutti i soggetti coinvolti e di vederli assicurati alla giustizia italiana". Paola e Claudio hanno quindi chiesto a Conte "di essere determinato ed incisivo con il presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse, e di ricordargli che la procura romana ha già inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; è giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva". In assenza di una svolta significativa "la dignità del nostro paese e delle istituzioni che Lei rappresenta risulterebbe irrimediabilmente mortificata. Lei si è proposto come avvocato difensore del popolo italiano, per questo Le chiediamo di non dimenticare l'aspetto etico oltre che quello giuridico. Giulio, come cittadino, ha diritto ad essere difeso e a trovare giustizia, come non è stato difeso e non ha avuto giustizia da vivo. Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano del Generale Al Sisi e pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la verità sulla sua uccisione".