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Omicidio di Teresa Buonocore: ergastolo per il mandante Enrico Perillo

La Corte d’Assise di Napoli ha confermato la pena del carcere a vita per Enrico Perillo: l’uomo violentò una figlia di Teresa Buonocore. Lei, costituitasi parte civile nel processo, venne assassinata da due sicari reclutati da Perillo.
A cura di D. F.
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La Corte d'Assise di Napoli ha confermato la condanna all'ergastolo nei confronti di Enrico Perillo, considerato il mandante dell'assassinio di Teresa Buonocore, donna uccisa a Napoli nel settembre del 2010 all'interno dell'area aeroportuale, "colpevole" di essersi costituita parte civile nel processo contro il pedofilo che aveva abusato di una delle sue figlie. Teresa venne assassinata con quattro colpi di pistola e, fin da subito. gli inquirenti seguirono la pista della vendetta. Ad armare la mano dei sicari è stata la sete di vendetta contro una donna coraggiosa, che aveva deciso senza nessuna paura di chiedere giustizia e condannare Perillo, l'uomo all'epoca accusato di aver violentato la bambina. I giudici hanno accolto oggi la richiesta del sostituto procuratore generale Antonio Iervolino, alla quale si erano associati i difensori di parte civile: Elena Coccia per il Comune di Portici, Francesco Cristiani per la sorella, le figlie e la madre della vittima, Mario Ruberto per l'Ordine degli avvocati (Perillo infatti è stato condannato anche per un'attentato allo studio dell'avvocato difensore della Buonocore, Maurizio Capozzo ) e Giuseppe Dardo per il Comune di Napoli. Gli avvocati di Enrico Perillo, Nicolas Balzano e Lucio Caccavale, hanno reso noto che presenteranno ricorso in Cassazione. Il 22 maggio scorso la Corte d'assise d'appello di Napoli ha confermato la condanna rispettivamente a 18 e 21 anni di carcere nei confronti di Giuseppe Avolio e Alberto Amendola, gli esecutori materiali del delitto.

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